Come si reagisce ad una delusione? Ancora ad un’altra delusione. La pazienza ha un limite o forse no.. diventa rassegnazione. La certezza che quell’individualismo marcato di cui mi si può accusare sia forse l’unico modo per non restare delusi. Avevo smesso di attender qualcosa dagli altri. Ma forse non era vero, forse mi illudevo solo che fosse così, forse non c’erano più persone che potevano deludermi, quelle che erano state importanti l’avevano già fatto. È sbagliato aspettarsi qualcosa, ma forse è sottile il limite tra aspettarsi qualcosa e sperare che quella cosa avvenga. Ci delude la persona o il mancato avvenimento? Una delle due cose o tutte e due. Non lo capisco più e probabilmente non ho neanche il tempo di indagare in merito. Fatto sta che a volte qualcosa che volevamo non accade e dobbiam ricalcolare tempi spazi ed emozioni.. riconsiderarne altri, ritornare sui nostri passi.. Ritorna il muro di strafottenza a volte quasi a protegger da qualunque cosa. O ritorna l’amarezza ad albergare nell’io.
L’ho sempre chiamato SOPRAVVIVENZA quel modo di vivere che ho. Quell’affrontare le cose cercando il più possibile di sentirmi leggera. E molte volte ci riesco. Altre magari meno, perché il peso delle cose nei giorni di vento si fa sentire di più … e ho bisogno di purificarmi con acqua salata pensando pensando per non pensare più. E mi ritrovo a chiedermi cosa farò quest’estate, dove sarò, dove andrò, se andrò e con chi. E mi ritrovo a sentirmi donna e a non voler rivivere cose che ho già vissuto. E mi ritrovo a temere le differenze, le distanze, il dolore e le cose dette che non hanno valore. E mi ritrovo a non voler credere e ad andare avanti credendo solo che le cose migliori prima o poi arriveranno. È uno stato di semiequilibrio riconquistato che non vuole interrompersi, che frana ogni tanto ma recupera. “Tanto Fabiana è forte”. Un disco riascoltato mille volte ma forse la puntina del piatto si è un po’ consumata. E il disco stride. Graffia. O punge come le zanzare che mi stanno già da giorni succhiando il sangue. La mia stanza il solito rifugio. Il lavoro la grande forza del non-pensiero. I ricordi la grande pessima compresenza di assenze. Me lo devo ricordare che se mi agito non sto bene. E non me lo posso permettere. Tachicardia. Se poi ci aggiungiamo tutte le sigarette che sto fumando….devo urlare un grosso vaffanculo e ridere. Non è sempre possibile. Non vuoi farlo sempre. Ma chi me lo fa fare ?? tanto poi l’ho capito che ci si ritrova soli soprattutto quando non si vuole esserlo. È una delle grandi leggi di murphy forse.. la realtà bussa alla porta delle illusioni. Il silenzio torna negli occhi velati.
E ancora dei soffioni si son posati sulle mie mani sudate ieri sera, mentre in silenzio avevo bisogno di aiuto.
Guardando per caso le costellazioni
(Robert Frost)
Puoi aspettare tanto, tanto tempo
prima che in cielo accada qualcosa
di piu' dello scorrere delle nuvole
e delle Luci del Nord, che corrono
come brividi pungenti.
Il sole e la luna s'incrociano,
ma non si toccano mai, ne' fuoriescono
fiamme, ne' si scontrano violentemente.
Sembra che i pianeti s'incontrino
nei loro tragitti, ma non accade nulla,
non viene fatto nessun male.
Possiamo tranquillamente continuare
la nostra vita, e guardare ovunque
tranne che alle stelle, alla luna e al sole
perche' abbiamo bisogno di colpi
e di cambiamenti per non impazzire.
E' vero che la siccita' piu' lunga finira' in pioggia,
che la pace piu' lunga in Cina
finira' in conflitto.
Ma verra' deluso chi restera' sveglio
nella speranza di veder rompere
la calma del cielo, di fronte a lui
nella sua vita.
Quella calma sembra proprio essere certa
fino all'ultima notte.
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