sabato, maggio 19, 2007

Insegnamento parte I

ho iniziato ad insegnare francese per un corso intensivo che finirà a fine giugno. a insegnare francese ad un gruppo di 13 ragazzi un po' "disagiati". (o siam noi docenti quelli disagiati??) un gruppo di età compresa tra i 15 e i 17 anni. ragazzi di strada.ragazzi di quelli che già è tanto se conoscono qualche parola in italiano. di quelli che se passano l'anno è perchè i professori non ce la fanno a vederli sempre davanti .. di quelli che "professorèèè cccosss!!!" ... di quelli che si credono i bulletti liberi di fare quello che vogliono... di quelli che sono lì perchè la comunità europea stanzia fondi per il loro recupero.. di quelli che vengono pagati un euro all'ora per andare a scuola... (dico io perchè io mi dovevo fare il mazzo e per beccare una lira ho aspettato anni e questi devono essere pagati per lanciare carte e pennarelli??) di quelli che non portano neanche carta e penna fornite dall'istituto..di quelli che mangiano in classe, escono senza permesso, stanno al cellulare.. di quelli che scrivono "costantino ti amo" e sentono le canzoni della Tatangelo.... di quelli con cui fare a gara per far capire chi è il più forte.. di quelli a cui devi mostrare sorrisi, educazione, risate, parolacce e alzate di voce per creare un contatto, di quelli con cui fare l'amica e la nemica, di quelli che vengono un giorno sì e due no... di quelli che se parlano in dialetto chiedi sempre l'ausilio del traduttore .. di quelli che non hanno intenzione di aprire libro e devi tenerli sei ore in classe... di quelli che parlano di omertà e rispetto.. di quelli che ...

"professorè tu sì fort, me si fatt lesc, me si fatt stè citt, t'ingazz e ì te chiet scus... sì l'unic ca ngià pust sott sott. àdavere. "
professoressa tu sei forte, mi hai fatto leggere, mi hai fatto star zitto, ti incazzi e ti chiedo scusa.. sei l'unica che ci ha domati. davvero."

queste sono soddisfazioni.

sabato, maggio 05, 2007

downwards

La lama affonda, ti tocca il cuore e ride. Prenditi gioco di me ancora pensò la mano stanca e sanguinante. Prenditi gioco di me. Come se non bastasse la delusione. Troppo comodo scegliere la via più facile. Forse è quello che si vuole. Non è il mio stile per fortuna. Ma il tuo.
Creta e fango.
Impastami e ricreami un volto sereno che illumini i percorsi.
Travolgi la notte e fanne luce con stelle senza pioggia. Parlami parlami. Non tacere. Non lasciarmi intrappolata nei silenzi, nelle interpretazioni di donna. Crea un mondo non lasciarti solo travolgere, coinvolgere, conquistare e affondare. Nella mano il potere. E hai appoggiato la lama al nostro petto. Hai girato il polso. Primo scatto dentro, come un giro di chiavi che imprigionano, o liberano. E poi hai ritirato la mano. Vigliacco provocatore insicuro. Giochiamo ancora con le nostre consapevolezze, tanto il tempo che può fare ancora. Un’altra ruga sugli occhi, e manco mi strucco. Ha il suo fascino la matita nera sciolta che cola sulle gote.. rassegnazione. Shhh continua a tacere, tanto a che serve sapere cosa ne pensi di un tuffo dallo scoglio.
Lasciami andare via con le meduse, che la loro scossa addormenti i miei sensi e non mi lasci pensare.
Floating.. ?
Flowing …downwards.