lunedì, dicembre 25, 2006

...




Buon Natale a tutti!!!!

mercoledì, dicembre 20, 2006

finalmente a casa... scusate l'assenza.. ma non è stata divertente la mia ultima settimana in ospedale..
bentornata nel mondo dei vivi..:)

mercoledì, dicembre 13, 2006

contagiamoci !


Ecco la mia rivincita!!

Si oggi l'ho avuta... meno male che la scienza mi supporta..

ora.. veniamo al dunque..

io lo so che ho una risata assurda, divertente e squillante.. (una cosa normale per me mica poteva esistere) e so che con quella risata ho anche fatto le mie migliori figure di merda ovunque... persino al centro di New York, circondata da una schiera di harleysti..e so addirittura che quando parte si gira tutto il mondo a capire da dove giunga quel suono ma.. finalmente... non mi sento un fenomeno da baraccone!!

La famosa risata fabianesca definita anni fa quella del Delf-porco, dato che, derivando da un incrocio tra il delfino e il porco, dire la risata del PorcIno stava oggettivamente male, la famosa risata fabianesca, dicevo, suscita l'ilarità altrui non perchè io sia un clown travestito da femmina o un alieno da compatire (dato che rischio puntualmente di morire soffocata ahimè n.d.r.) .. se gli altri guardandomi ridono con la faccia allibita e divertita, mi sfottono per farmi continuare quasi fossi un criceto su una palla (aiutooo non respiro!!), o esibiscono sorrisi a 40 denti (compresi alcuni di quelli già caduti) non è colpa o solo merito mio! è colpa del loro cervello che capta gli stimoli esterni in un determinato modo. L'hanno scoperto degli scienziati britannici.. grazie al cielo! http://www.repubblica.it/2006/12/sezioni/scienza_e_tecnologia/risata-contagiosa/risata-contagiosa/risata-contagiosa.html quindi.. continuate ad emularmi, signori!


e dirò di più.. più rido più vuol dir che capto .. più gli altri ridono per me più vuol dire che sono uno stimolo positivo.. beh e allora che ben venga!! altra missione compiuta! :)


AHAHAHAAHHAHAHAHAHAHHAHAHAHAAHAHAHAHAHAHAHAHAHAAAHAHAHHA

martedì, dicembre 12, 2006

killing oneself..

ci sono persone che uccidono i propri familiari, ragazzi che lanciano sassi, kamikaze che procurano stragi.. ci sono stupratori di bambini e spacciatori incalliti, ci sono protettori velenosi e spie che vengono avvelenate.. ci sono violenze per la strada e proiettili vaganti che, puntualmente, colpiscono qualche innocente.. padri che decapitano le figlie e ragazzi depressi che si suicidano perchè la fidanzata li ha lasciati.. ci sono tragedie di qualunque natura ogni singolo maledetto giorno.. e di fronte a tutto questo..
.. scatta la morale sull'eutanasia. scattano le polemiche su chi non ce la fa più. Ma un uomo che non ha la possibilità nemmeno di mangiare, bere, parlare, vivere.. alzarsi e buttarsi dal balcone.. avrà pure il diritto di smettere di piangere e di sentirsi un peso per le persone che ama?

"non è la morte che separa, solo la mancanza d'amore". J.M.

sabato, dicembre 09, 2006

forme

Tutto ciò da cui stavi fuggendo
Torna come valanga più grande che
Ti trascina al punto di partenza se vestirai
Vecchi difetti
Volami accanto e solca il tempo
E bevi l’immenso soffio eterno
Guardami cambiare forma dopo forma e ancora
Respirare i tuoi capelli dentro a un giorno nuovo
Nello spazio che adesso riempi c’è
Succo acerbo di densi silenzi che
Colleziono da tempo
Come schegge d’inferno
Why? why? … vecchi difetti
Volami accanto e solca il tempo
E bevi l’immenso soffio eterno
Guardami cambiare forma dopo forma e ancora
Respirare i tuoi silenzi dentro un giorno nuovo
Non vedi che è facile
Non vedi che è inutile
Scordarsi di credere ai vecchi difetti
Volami accanto e solca il tempo
E bevi l’immenso soffio eterno
Guardami cambiare forma dopo forma e ancora
Respirare i tuoi capelli dentro un giorno nuovo
Non vedi com’è facile Non vedi che è inutile
Scordarsi di credere ai vecchi difetti

(Marta sui tubi.. stasera.. se ci riesco..)

continuerò a cambiare forma dopo forma, come baco che diventa farfalla, come bimbo che diventa uomo, come variabile numerica, come le onde del mare.. goccia dopo goccia e ancora.. spuma e abisso.. come nuvola spinta dal mio vento.. come sabbia bagnata..

venerdì, dicembre 08, 2006

il mio pensiero per te..


un amore finito non si annienta. resta un sorriso dolce al pensiero di ciò che siamo stati allora, di ciò che è stato allora. nel bene e nel male. è un pezzo della nostra vita. c'è quell'amore per l'anima che è stata tra le nostre mani e la voglia di non piangere e non far più male. resta una responsabilità nel ricordo.
il pensiero di te è sempre un sorriso e una lacrima violenta che mi attraversa l'anima, e mi ferisce, per non riuscire ad esser per te ciò che tu vorresti..
mi mancano tante cose di te.. saperti sorridere..come fanno le persone ad annullare totalmente l'esistenza di chi è stato così importante? come fanno a chiudere le porte come se nulla fosse stato? io non lo capirò mai. non mi è dato viverti, ma anche se ho scelto di vivere felice distante da noi, farò il possibile per proteggerti. e non posso essere totalmente felice se tu stai così male.

oggi un pensiero è per te.

"E il mio ricordo ti verrà a trovare quando starai troppo male Quando invece starai bene resterò a guardare Perché ciò che ho sempre chiesto al cielo È che questa vita ti donasse gioia e amore vero "
"E tu chissà dove sei anima fragile che mi ascoltavi immobile ma senza ridere. ..E la vita continua anche senza di noi che siamo lontano ormai da tutte quelle situazioni che ci univano da tutte quelle piccole emozioni che bastavano da tutte quelle situazioni che non tornano mai! Perché col tempo cambia tutto lo sai cambiamo anche noi e cambiamo anche noi e cambiamo anche noi! "

giovedì, dicembre 07, 2006

buonanotte

sono le 4.21..e ho finito di lavorare adesso.. la sveglia suona alle 7.. e in teatro alle 10.. e poi di nuovo di corsa al pc a finire per tutto il weekend un'altra traduzione..
giuro che nelle feste di Natale mi metto in pausa..
buonanotte a tutti..

domenica, dicembre 03, 2006

forse sì, forse no..

Si, hai ragione tu, forse non è come voglio che sia, forse non lo sarà mai, forse mi trascino dietro un sogno che non si realizza. Forse si, hai ragione tu, il tempo passa e io non me ne voglio accorgere, a dire che sto invecchiando che devo pensare a un futuro, che dovrei far progetti. Si, forse hai ragione tu, ci si può adagiare sul giorno che passa non pensando a quanto possa esser difficile il dopo. Si, hai ragione tu, quando dici che ho una vita stressata e stressante, che un po’ di stabilità non guasterebbe, che non è facile continuare così. Si hai forse ragione tu quando mi vedi donna e credi che io cerchi di non pensarci. Ma forse ho ragione io a sognare e sperare, a non voler avere una vita solita come tutti con cartellini da timbrare e orari fissi da rispettare. Forse ho ragione io a voler aspettare e vedere, per capire se può esser come vorrei, forse ho ragione io a non voler rinunciare a tante cose. Si forse hai ragione tu quando mi fai fare un bilancio delle cose e mi riscopri rassegnata e non più combattiva in alcuni ambiti, ma forse non mi hai mai chiesto quanto sono stanca. Di combattere contro le pigrizie, le delusioni e le mancanze di entusiasmo altrui. Forse ho ragione io a vivere come se fossi nata su marte e abitassi sulla luna. A non pensarla sempre e solo nel modo in cui gli altri vorrebbero farmi pensare. O a cui loro sono abituati. Ma credo che a volte, anche quando le riflessioni combaciano, non si abbia il tempo di parlarne e di capire che si sta dicendo la stessa cosa in modo diverso. Forse hai ragione tu a tacere e a non esprimer ciò che senti, ma così si vive a metà. E forse ho ragione io che prendo ancora cazzotti ma la vita la respiro a pieno e il mio amore lo faccio sentire a tutti sempre come una ventata d’aria fresca. Forse hai ragione tu a dire che così gli altri si abituano e pretendono e io ho ragione ad esser stanca di veder il resto del mondo fermo e statico.. ma forse io ho davvero ragione a continuare a comportarmi così, perché se lo facessero tutti il mondo forse avrebbe più colori..
L’unica cosa che mi dispiace è che forse ho smesso di mostrare davvero tutto quello che ho dentro.. solo perché a volte è inutile..hai ragione tu, non c’è quasi nessuno che possa capirlo davvero..

giovedì, novembre 30, 2006

oggi è 30 novembre.. s.andrea..



Il dubbio è una passerella che trema tra l'errore e la verità (G. Bufalino)


"Il dubbio è facoltà tipicamente umana, non c’è dubbio.
Il dubbio è se chiamarti per dirti che oggi non ti vorrei sentire oppure deluderti soltanto, sparire.
Il dubbio è mi faccio un altro giro di teroldego oppure passo a qualcosa di più definitivo.
Il dubbio è “quella bambina è veramente figlia mia?”
Il dubbio è attesa e di solito aspetti che la vigliaccheria ti passi da sola come un’influenza, banale.
Il dubbio è paura, è “non voglio essere solo” e sapere che invece è esattamente così.
Il dubbio è una serie di conseguenze altamente probabili, è un’esitazione bastarda, è l’autostima che muore.
È un mondo inadatto e, maledizione, ostile al tuo cuore, al tuo giovane fiore. "
G.Casale...Reading..

Quante volte ho pensato che la verità del tutto fosse nel dubbio... e questo perchè non è verità assoluta o indefinita. Il mondo è fatto di mille verità parziali e prospettive individuali, ognuna con la propria ragion d'essere, ognuna con la propria essenza, con il proprio dubbio relativo negli oppositori. E quando i dubbi delle due parti di verità si scontrano? quando i miei dubbi si scontrano con i tuoi? è lì forse, in quell'incrocio di energie che si toccano come forze concentriche attirate da un magnete, è lì dicevo che il doppio dubbio diventa per una frazione di secondo nullo, la verità assoluta.

Continuo a pensare che la verità del tutto sia nel dubbio. Perchè esso ci consente di mettere tutto in discussione, di provare a vedere le cose da altre prospettive, di non restare reclusi nella nostra narrow mind ma di ampliare gli spazi conoscitivi. Perchè il dubbio..beh.. fa mettere in dubbio anche noi stessi e la nostra presunzione, le pseudocertezze saccenti su cui quotidianamente camminiamo e che hanno solo un sapore stantio. Il dubbio è ostile si, se lo si teme. il dubbio è paura si, ma di non affrontarlo. Iil dubbio sarebbe una forma di luce se non si avesse terrore del buio. è sul dubbio più grande che si fondano le verità meno rivelate.. la fede.. il dubbio è quella serie di domande esistenziali che ci fanno dubitare di tutto, del nostro stesso vivere. Il dubbio è filosofia. Il dubbio è punto di partenza. è dal dubbio che si giunge alla risposta meno sbagliata. Mai restar indecisi e dubbiosi, agire e iniziare ponendosi un dubbio. E dubitare magari anche dopo aver scelto. Per giungere almeno a una propria verità. E a scegliere il meglio.

Il dubbio sei tu, è ciò che mi circonda, è il mio lavoro. il dubbio è il mio risveglio di domani.. il dubbio è il mio modo di essere sempre diversa da me stessa e dagli altri.. è il mio modo di non accettare tutto quello che mi viene proposto come un automa, è il mio modo di pensare, riflettere, cercare una risposta plausibile.. è il mio modo di tener vivo il cervello.

C'è nessunooooo??


"Credere è monotono, il dubbio è profondamente appassionante". O.Wilde

martedì, novembre 28, 2006

i miei amici maschi lo dicono da sempre...

(dal corrieredellasera online)

Parole, le donne ne usano il triplo dei maschi
Il gentil sesso batte gli uomini 20 a 7 (mila) e mentre parla prova sensazioni paragonabili all'ebbrezza


SAN FRANCISCO (Usa) – Luann Brizendine, neuropsichiatra e direttrice di una clinica di San Francisco, ha pubblicato in un recente libro – The Female Brain (Il cervello femminile) – gli ultimi risultati della sua attività di ricerca sulle differenze tra sessi ricondotte a differenze nella fisiologia cerebrale. Il testo, ambizioso nel suo disegno generale e dettagliato nell'esposizione dei risultati, confronta le differenze tra il cervello maschile e quello femminile e le riconduce alla vita intra-uterina. Dall'attività degli ormoni sessuali nella formazione del cervello del feto dipenderebbe quindi la differenza tra le due materie grigie. La Brizendine considera quindi il cervello dei maschi e quello delle femmine "diversi per natura", e larga parte di questa differenza sarebbe riscontrabile nelle attività emotive e comunicative, soprattutto quelle verbali.

COMUNICARE LE EMOZIONI - «Le donne hanno un'autostrada a otto corsie per elaborare le emozioni, mentre gli uomini l'equivalente di un sentiero di campagna» sintetizza Brizandine; non c'è quindi da stupirsi nell'apprendere che in media le donne utilizzano il triplo delle parole proferite dagli uomini (20 mila contro 7 mila). E non ci si può sorprendere nemmeno del paragone che la neuropsichiatria avanza tra il piacere femminile della chiacchiera e la sensazione di soddisfazione tipiche dell'eroina: la chimica celebrale non è poi così dissimile secondo Brizendine. Inoltre le donne parlano più velocemente e impiegando più cellule cerebrali per farlo. La comunicazione però non si limita al solo parlare, ma anche all'ascolto, cosa di cui tiene conto anche il libro. Il testosterone, responsabile della silenziosità maschile, influisce anche sulla capacità di ascoltare il prossimo, limitandola. Forse un meccanismo di difesa – e di selezione naturale? – contro le chiacchierone.

NON COMUNICARE I TABOO – C'è però un'area del cervello che è più sviluppata in quello maschile: la capacità di pensare al sesso. Qui la situazione si capovolge: «gli uomini hanno l'equivalente di un aeroporto internazionale per gestire pensieri sul sesso, mentre le donne una piccola pista d'atterraggio provinciale abilitata per i piccoli velivoli». E forse in questa ulteriore differenza per genere è da ricercarsi anche parte della differenza comunicativa, gli uomini pensano a cose di cui non si può parlare così frequentemente, e per cui bastano poche parole, nei casi più felici introduttive all'azione, negli altri alla solitudine.

REAZIONE DEL MONDO ACCADEMICO – La ricezione del testo della Brizendine – che uscirà in Italia per i tipi di Rizzoli nel 2007 ­– non è stata unanimemente positiva nel mondo accademico; molti studiosi hanno avanzato critiche sulle tesi esposte, e considerano il ruolo del testosterone meno decisivo in termini di fisiologia cerebrale. Secondo questi studiosi le differenze tra le personalità maschili e femminili sono riconducibili al condizionamento sociale in cui gli esseri umani crescono. Deborah Cameron, professoressa di linguistica all'università di Oxford, pensa addirittura che non ci siano differenze di genere apprezzabili per quanto riguarda l'attività comunicativa verbale: "Se si raccolgono più dati e si aggregano più studi in materia si scopre che ci sono solo piccole differenze tra la quantità di parole proferite da uomini e donne". Ai due sessi ora il compito di discuterne, o di meditarci silenziosamente, a scelta.
28 novembre 2006

sabato, novembre 25, 2006

Don't


Non pregarmi di ascoltare il suono di quei passi.
Non insistere nel risvegliare echi lontani sepolti sotto cemento e fango.
Non chiedermi di ignorare la tua ipocrisia camuffata dell’affetto nel quale tu stessa credi.
Non chiedermi di dimenticare tutto quello che ho sempre amato, anche tradendolo.
Non permettermi di tacere ancora di fronte ai silenzi che trascini.
Non graffiarmi le orecchie con parole che non hanno un suono leggiadro.
Non nutrirmi di vanità e banali acrobazie volgari.
Non abbassare lo sguardo di fronte alla mia verità.
Non colpirmi gli stinchi con saliva di legno e ferro.
Non strisciare sotto i miei abiti con dita al cloroformio.
Non testimoniar le tue scuse per poi ripetere gli stessi errori.
Non usarmi ingegnoso sarcasmo solo per mascherare le tue mancanze.
Non restare in silenzio quando vedi i miei occhi in emozione.
Non lasciarmi scappare delusa e disillusa da idee non condivise.
Non veder ciò che sembro, cerca ciò che sono.
Non.

martedì, novembre 21, 2006


pioggia sui vetri
come scandire del tempo
veloce e inarrestabile.
ma qui tutto sembra
immobile,
a tratti stantio.
è sera, rigidità del giorno
che già fu.
tremori integrati
al movimento degli arti,
impercettibile la distanza
tra il meccanico e lo psicotico.
null'altro intorno
se non il mio respiro.
uscire dal torpore
con slanci di affamato risveglio
desidero.
non v'è rete che tenga
alla caduta di un'idea.

f.

gli ultimi 3 giorni


Eccomi qui di ritorno da un weekend romano..

sabato e domenica lo stage di capoeira.. quante risate.. il viaggio in 5 in macchina cantando e dicendo cavolate e poi lì a conoscere gente e analizzare lo stato di esaltazione altrui, vedere la bravura e la follia di quelli bravi e sentirsi i più inetti!

"dai, ora vi insegno la ruota senza mani.."

"ma se io non la faccio manco normale!!!"

il traffico..i vari guai con le varie macchine (che sfiga generalizzata), i panini e la birra.. il sacco a pelo nella palestra e un coro di russamento cronico assoluto da studio medicoantropologico.. e poi un po' di libertà.. gli altri son partiti e io sono stata a sprazzi con degli amici importanti.

Prima Umberto a parlar di teatro e ad improvvisare un dialogo semiassurdo tutto registrato.. chissà che non ne esca un copione da fare un giorno insieme..

Poi Sabino col raffreddore e la sua chitarra da concerto.. quelle note che permeavano la stanza e il silenzio intorno per non disturbare..la mia vecchia casa romana, cambiata, nelle forme e nei colori, la mia stanza rivoluzionata dal nuovo inquilino, sentire come il tempo passa e come si resta legati cmq a dei luoghi e degli spazi che hanno assorbito il tuo odore..

Poi la mia pergamena di laurea che mi son decisa di andare a ritirare dopo non so più quanto tempo ..

e infine Alina .. la mia vecchia amica di sempre .. quelle amiche che senti una volta all'anno e tutto è come sempre.. noi davanti allo specchio a metterci il rossetto prima che lei andasse a lavoro e .."cavolo ma stiamo facendo la stessa cosa dopo 14 anni".. come quando ci preparavamo fanciulle in bagno prima di uscire .. che bello accorgersi di piccoli gesti ripetuti che però uniscono e rafforzano i legami..


Poi un viaggio in treno con un libro..


E ora a casa davanti al pc.. a ricominciare la solita routine chiusa in questa stanza che dovrò prima o poi rivoluzionare.. il periodo dei viaggi sparsi credo sia quasi totalmente finito.. e ricomincia il mio mondo fatto del profumo di questa camera (se le scarpe da ginnastica sono fuori) e dalla mia solitudine..


The world is not enough.

It will never be enough for me.

I long for distances and spaces with no boundaries for thinking. And acting.



giovedì, novembre 16, 2006

9 crimes

Leave me out with the waste This is not what i do
It's the wrong kind of place To be thinking of you
It's the wrong time For somebody new
It's a small crime
And i've got no exuse
Is that alright?
Give my gun away when it's loaded
Is that alright?
If u dont shoot it how am i supposed to hold
it is that alright?
Give my gun away when it's loaded
Is that alright Is that alright with u?
Leave me out with the waste This is not what i do
It's the wrong kind of place To be cheating on you
It's the wrong time but she's pulling me through
It's a small crime And I've got no exuse
Is that alright?
Give my gun away when it's loaded
Is that alright?
If u dont shoot it how am i supposed to hold it
Is that alright?
Give my gun away when it's loaded
Is that alright Is that alright with u? Is that alright? Is that alright? Is that alright with u? Is that alright? Is that alright? Is that alright with u?
No...

il nuovo album di Damien Rice... questo pezzo è un capolavoro.. in loop mentre lavoro, in loop mentre sono in macchina.. in loop nella testa.. la sua voce è una carezza profonda, la chitarra un soffio leggero e un urlo feroce.. anche se questa volta il testo non è realtà nella mia vita.. e ho il cuore sereno..
Non riesco ancora a capire se questo album è più bello o no del vecchio, i pezzi ti entrano nella testa con dolce violenza eppure non riesco a toglierlo dallo stereo..
dovete ascoltarlo.
goodnight..

giovedì, novembre 09, 2006

oggi..

oggi sono come neve.
bianco candore di ghiaccio si posa sulle mani calde altrui e diventa acqua.
limpida, scivolosa, voluttuosa.
Amo la trasformazione.
in questo inverno ormai giunto manca la mia tavola da snow e un bicchiere di Brugal.

mercoledì, novembre 08, 2006

i cigni solitari - momento letterario del mese

Virginia viveva nel fondo del cuore.
Nel fondo del cuore respirava.
Lei si sbocciava.
Lei come un fiore.
Si svegliò diventando un'Alice smarrita da un sogno alla fine.
Così smarrita nella passione si chiese quante preghiere valesse il rimorso di non aver atteso che il tempo le portasse l’amore.
Così Virginia cresceva nei sogni. Virginia non aveva mai avuto un’amica migliore e le mancava una sorella dal sangue diverso. Virginia guardò una ragazza gridare. Ne seguì la corsa sul prato.
Il giorno dopo l’avrebbe incontrata.
Non per caso. L’avrebbe incontrata.
Ancora.
Le regalò un sorriso.
Ebbe inizio così.
Elena, così si chiamava.
Adorava sentire. Lo capì dal modo in cui si esponeva alla vita.
Senza paure.
"Vorrei mi pensassero pazza" le disse una volta.
Sembrava cercasse di liberarsi da se.
Quasi qualcosa le imprigionasse la parte più vera.
Elena aveva un segreto.
Come tutti un segreto.
Da non svelare.
Una mattina Elena la guardò puntandole addosso se stessa.
Le disse: "Un giorno ti dimenticherò".
Aveva espressioni d’amore sottratto.
Le disse: "Il giorno in cui uscirai dalla mia vita lotterò per dimenticarti all'istante".
Virginia provò un sentimento simile alla paura.
Intravide qualcosa di sconosciuto.
Era come il segno di una ferita.
Disse: "Odio i ricordi, non voglio mai odiarti".
Diventarono indivisibili vite.
Dal niente al tutto con un battito d’ali.
…Nemmeno un istante da respirare lontane…
Sincronizzando il pulsare del cuore.
Invisibili streghe. Pensava abitassero nei sogni peggiori per farla star male.
Per trafiggerle il sonno con sgraziata violenza.
Due gemelle divise da un suono che esplode.
Furiosi demoni in quella stanza.
Suonò il campanello andò ad aprire.
Elena arrivò con un orsacchiotto di peluche in mano. Rideva isterica.
Ormai aveva capito che se lei rideva in quel modo in realtà non rideva.
Diceva: "io non sono ciò che credi".
Virginia non chiese nulla.
Strinse tra le braccia la disperazione.
Qualcosa di speciale le univa. Forse la bellezza di sapersi all’inizio di tutto. Forse la paura del momento in cui se ne sarebbero stancate.
Segni indelebili che diventano storia e storia rimangono per sempre. Anche se gridi, se ti disperi.
Tagli nel cuore. Sangue che cade.
Elena. La sua amicizia. Il suo modo di guardarla e viverla.
Ambiguamente. Assomigliava. All’amore.
Ascoltò il respiro dell’amica fermarsi. Guardò i suoi pugni stringersi.
Stritolare l’impotenza di non poter gridare parole al vento.
Se le avesse ascoltate quelle parole……
Esistono parole che non hanno bisogno di voce ed erano quelle.
Pur restando mute gridavano. Uccise dentro pugni chiusi.
E nulla era più da capire ma da dimenticare.
Dimenticare e fuggire.
Si mise a correre. Via. Lontano per non vedere.
Ci sono corse che non hanno bisogno di nessuno spostamento.
Si può anche stare immobili e finire lontani.
Poi contro il corpo come vento violento strinse un’amica che le gridava ti amo.
Come cadere. Come cadere a ogni ti amo.
Di Elena aveva sentito il respiro fuggire.
Respiro che corre fatto di pianto. Non lo aveva seguito.
Era rimasta a guardare.
Ripercorreva giorni con furia.
Con la smania folle di quando vuoi ritrovare la cosa più preziosa che hai perso per errore.
"Virginia mi manchi da morire"
Elena iniziò a parlare con massacrante dolcezza.
La stessa dolcezza che possiede chi ha già perduto la persona amata ma continua a lottare.
E il vuoto l’accolse. Per mano dentro ricordi.
Elena continuamente. Alberi e cieli di foglie. Cento favole e baci mai dati.
Usciva dai sogni così. Forse era come ciò di cui non aveva memoria.
Se solo fosse stato possibile illustrare nel cielo quel dolore.
Multipli lampi dal cielo spezzato.
Che era morta.
Le dissero che era morta.
Che nell’alba l’avevano vista galleggiare
Come.
Un cigno.
Aveva lasciato una lettera.
Sopra c’era scritto il suo nome.
C’era scritto a Virginia con infinito amore.
Quando la lesse iniziò a gridare.
Irrigidì il corpo e la bruciò nel cuore.
A Virginia con infinito amore:
….. E noi, l’una dell’altro
I colli reclini attorcigliammo
Come 2 cigni solitari …..

LoVeRs – I. Santacroce.. mai letto niente, ma sto pezzo è bellissimo.

martedì, novembre 07, 2006

in-attese

Vorrei una sorpresa.
Una telefonata lontana ma desiderata in silenzio, per anni.
Una bellissima email da uno sconosciuto.
Una lettera con una foto.
Un regalo inatteso.
Un citofono che suona all’improvviso e una voce amica che viene da lontano e dice “eccomi”.
Tu che mi dici “prendi uno zaino e partiamo”.
Loro che mi dicono “si facciamo lo spettacolo”.
Lui ancora in sogno per me.
Qualcuno che chieda scusa.
Qualcuno che mi abbracci forte senza che debba chiederlo.
Una libreria nuova.
E vorrei non sentirmi sempre in bilico.. walking in circle sull’albedo della luna...

lunedì, ottobre 30, 2006

se avessi un duplicato?

Tu chi sei? sei quello che conosco o sei il suo doppio?

Cos'è che guardo allo specchio, il mio o il suo volto?

Quale vita conduco dentro di me se fuori non sembro solo me stesso?

A cosa potrebbe arrivare un uomo se scoprisse che al mondo esiste una perfetta copia di sé?
l'apparire, l'aspetto esteriore, l'abito, il segno di riconoscmento che valore avrebbero nell'identità di un essere?


Ci si sentirebbe un po' spersonalizzati, privati della propria essenza.. "corpo con/diviso" = anima frustrata, annientata, dimezzata nel valore.. Ci si sentirebbe quasi giudicati da se stessi senza essere se stessi, giudicati da un altro io, dal proprio doppio, che è davvero alter, altro da sé..un altro uomo con un altro nome, un altro lavoro, una vita diversa ma..identico. La sua voce reale e tangibile si mischia e si accavalla a quella inconscia del Buon senso.. al punto da annientarla.

Eppure... questo eventuale giudizio peserebbe meno di fronte alla terribile scoperta di non essere più unici e irripetibili al mondo, ma una combinazione di geni e una catena di dna composta casualmente come la fila dei numeri del lotto....ripetibile...

Ho appena finito di leggere L'uomo duplicato di Saramago... Una scrittura complessa, un intrecciarsi di frasi lunghissime che seguono al tempo stesso il flusso di coscienza del protagonista, del narratore e dell'autore .. coinvolgendo il lettore in una narrazione difficile ma intensa..che varia dal filosofico al trivialdivertente, passando per un attento studio dialettico, sociologico e psicologico. Un'opera d'arte contemporanea complessa ma non pesante..che lascia un po' così, appesi al filo del.. "chissà se..."

"I cannot find the other half.."

Lettura consigliata del mese.
e voi come vi sentireste?

martedì, ottobre 24, 2006

spidertime..


con dovizia il ragno tesse la sua tela
così come il tempo deve aver disegnato per noi una trama.
oscuri sono i fili. certa è la sua prigione.
trasparente se non controluce. eppure è così affascinante..
Avvolgimi tempo, ma non legarmi.

lunedì, ottobre 23, 2006

...quando le paure si rivelano percezioni ci si sente come oggi.
come foglie...

sabato, ottobre 21, 2006

un angelo dagli occhi di ghiaccio

Nei suoi occhi di ghiaccio c’era l’inferno.
Questa è la storia di un angelo caduto. Dagli occhi di incanto e la pelle di rosa. Pungente quell’azzurro violento e lontano. Come i suoi passi quando a testa bassa andava avanti e indietro immaginando serpenti e specchi sotto i suoi piedi. Un tatuaggio bellissimo gli circondava il braccio, un delicato ornamento per una pelle dorata dal sole. Labbra come rose. nel cuore le spine. Non dimenticherò mai quel sorriso. I denti più bianchi e splendenti che abbia mai visto, biancore accecante come un miraggio nel deserto. Un’espressione dolce e sofferente. Un’allegria finta. Reale ma allucinata.
Nei suoi occhi di ghiaccio c’era l’inferno.
Raccontato a cena, minuto dopo minuto. Mentre quel sorriso si trasformava in una smorfia di tristezza.
Aveva ventiquattro anni allora. Da compiere. E quando camminava in costume da bagno sembrava una statua scolpita nella sabbia ma liscia come quarzo levigato. Mi ricordo quando lo vidi arrivare.. biondo splendente vestito di bianco con lo sguardo perso. seduta ad un tavolino del bar arrivò con un amico che tentava di fare il giocoliere. Era il ragazzo più bello che avessi mai visto. E qualche giorno dopo mi aveva chiesto “vieni a cena con me. Ho finalmente voglia di parlare”. Si sentiva finalmente a suo agio con qualcuno per raccontar la sua vita- rassegnazione e senso di liberazione in quel brindisi. Aveva scelto me perché gli dicevo cose intelligenti. Perché lo facevo ridere senza chiedergli nulla. Perché gli avevo fatto una carezza sulla testa. Perché anche io non ero felice allora. Le spalle sulla sdraio. Le mani che stringevano le mie. Le lacrime trattenute. Le sue. Le mie scendevano come bollicine del prosecco, ma all’ingiù. E due ore di parole.
Da un capodanno a sniffare coca con sua madre e i suoi amici.
Sua madre. Aveva organizzato un party divertente per il figlio. A casa sua con piste di coca. I miei complimenti. Da quel capodanno.. In comunità. Gli acidi, l’eroina, le canne, il metadone. E la voglia di vivere sapendo di aver perso già tutto. Lo zio gay l’aveva salvato strappandolo a quella famiglia. separati pazzi incoscienti e irresponsabili. L’ha portato a casa con sé, facendolo lavorare nel suo ristorante, passandogli giusto i soldi necessari per qualche piccola spesa. Per il resto gli comprava tutto lui. Per tenerlo d’occhio. Ho conosciuto quell’uomo. Ho visto nei suoi occhi tanta forza, tanta rabbia e amore di padre. Non dimenticherò mai Michele e il suo dolore.
Nei suoi occhi di ghiaccio invece c’era l’inferno. Nel suo cervello pochi neuroni ancora attivi. È ancora il sorriso più splendente che abbia mai visto. Ma quanta vertigine in questi anni nei successivi incontri. L’ho rivisto. L’ho rivisto cadere, l’ho rivisto volare. E l’ho rivisto ridere. Come sempre. Come un bambino ignaro di tutto, un po’ menefreghista. Un po’ irresponsabile. L’ho visto fare cose che nel cuore non avrebbe voluto fare. Ma non è colpa sua se reagisce in modo strano a volte. Se fa male a chi non vuole. Se dimentica le cose. Se continua a bere e fumare. Ormai ha perso cose che non può ritrovare in nessuno scrigno magico. Ha imparato a chiedere scusa. Ha imparato il senso dell’amore mi diceva.
Non lo vedo da un anno. Ci vogliamo bene. Come separa l’ignoranza e come unisce il dolore. Ma sono certa che il suo sorriso con quel neo da modella non sia cambiato. La sua voglia di vivere e di ridere. Ma neanche l’inferno nei suoi occhi.
Buon compleanno in ritardo D.

venerdì, ottobre 20, 2006

come una domenica


oggi è uno di quei giorni in cui il tempo ti sembra pesante.
ti senti debole, svogliata, infreddolita e col mal di testa. giorni in cui devi uscire perchè hai già preso impegni mentre vorresti solo startene sotto le coperte a vedere un film. come le domeniche d'inverno, per capirci. ma manca la domenica sportiva.
non è neanche novembre.. io sono ancora in pigiama visto che ho lavorato così e in camera mia c'è un disordine pari a quello solito di un bazar turco in pieno allestimento.. ormai è divieto a chiunque di entrarci. fa schifo persino a me. vorrei la bacchetta magica, ma il problema è che non ho più spazio per nulla.
vorrei rivoluzionare tutto qui dentro. cambiare i colori e gli spazi. non ci entra più niente.. ovvio, se gli stessi metri quadri sono il tuo mondo privato e il tuo ufficio..
va bene lo confesso.. io odio il disordine. o meglio.. io adoro le cose in ordine ma non posso farci niente qui... ne riparleremo quando avrò più tempo.......
farei una foto se avessi la canon davanti, ma è nell'altra stanza e non mi va di alzarmi. pigrizia o stanchezza che sia. ammetto anche che ieri sera ho ripreso in palestra e la prima lezione di capoeira della stagione mi ha lasciato i muscoli urlanti.
oggi due buone notizie. si riprendono gli spettacoli per fortuna. stavo vivendo l'astinenza da palco.. tra un paio di settimane mi sentirò meglio per fortuna.. ma per qualcosa di nuovo aspettiamo febbraio..
sono già le otto e mezza, tra mezz'ora dovrei esser già semipronta .. e allora come al solito conto fino a tre, mi ricordo che sono una donna bionica e vado a farmi doccia shampoo e a scegliere cosa indossare. mi attende una specie di party alcolico..
..sospetto che domani mi sentirò ancora peggio!
ma che bel casino la mia vita!

giovedì, ottobre 19, 2006


le giornate sono briciole di pane rappreso. a volte.
altre sono chicchi di grano dispersi in un campo incolto. ma fertile.
altre sono foglie autunnali che dondolano impazzite nel vento e rischiano di posarsi sul vetro della mia auto. ad assorbir la brina.
altre giornate invece sono arcobaleni improvvisi dopo la pioggia.
correnti calde nell'oceano.
oasi nel Sahara con mille turisti.
le mie giornate sono frammenti di una interminabile pellicola a colori, una sceneggiatura non ancora terminata ma vissuta. sono un'altalena per bambini con le corde d'acciaio.. parabole e iperboli dei miei cambiamenti d'umore.
incostanti e incoerenti. ma coerenti nella mia logica..
bentornata a casa.

lunedì, ottobre 16, 2006

frailty..thy name is woman..


Perché navighi nella mia testa come una boa impazzita e ancorata al mio cuore?
Sei qui, al mio fianco, ci sei e lo sento. Eppure perché ho così paura di perderti oggi?
Non ti perderò in questa giornata e forse chissà non perderò neanche mai quest’amore.. eppure oggi quanta tristezza mi avvolge, quanta malinconia d’autunno si stringe a me ora che preparo ancora una volta le valigie ..

aggrappati, aggrappami, emozionami, emozionati, stupiscimi, stringimi, proteggimi..
Oggi è una giornata strana. Oggi mi sento fragile. Ma forse son solo stanca e piena di sogni. Avida d'amore. avida, assetata, affamata.. insaziabile ricerca.. di pace..
Ho bisogno dei piccoli gesti e delle piccole attenzioni quotidiane, ho bisogno di sentire ciò che pensi e che provi, di sentirlo dalla tua bocca, sulle mie mani, nei tuoi occhi. Sentire che questa volta non sarà un sogno che si infrange. Non sono insicura di me, o di te. Sono solo cosciente di come le cose possano cambiare. Magari per inesperienza, magari per sbandamenti, magari per rabbia..ma non voglio che accada e farò di tutto per proteggerci..In questi giorni a Padova ho sentito troppe persone parlare di divorzi, tradimenti, separazioni.. di storie interrotte nell’età in cui si dovrebbe esser responsabili abbastanza per dare il tutto di sé per salvare una storia. Con bambini di mezzo per giunta. E tutto questo mi ha schifata e messo addosso una tristezza infinita. È possibile che si arrivi a questo punto? Che non ci sia abbastanza forza per unire le mani e perseguire un sogno comune? Cosa mi succederà? La mia vita non deve essere così come la loro. La voglio diversa..
Perché oggi mi sento così? Sarà la crisi dei primi trent’anni che si avvicina.. la consapevolezza di un percorso di adolescente ormai terminato. E sento di essere una donna.
Ehi tu ma che ti prende? Wonder woman è a terra oggi? È tornata sensibile addirittura.. Touchée… ok ego hai ragione.. non sono la cinica che si è dimostrata per proteggersi negli ultimi anni. Sono la sognatrice che ha voglia dell’Amore, della bellezza delle emozioni, della fiducia cieca e della felicità di una persona accanto che non ti ferisca mai davvero, che non ti faccia desiderare la fuga. Voglia di una casa da condividere. Io credo al sogno d’amore. Io non ripeterò più gli stessi errori. Non potrei mai. Sono stanca di soffrire e stanca di storie distrutte. Ed è per questo che oggi mi accorgo che ho paura. Oggi ho paura di perdere questa nostra bellezza. Ho paura che non ti accorga di quanto i fiori vadano sempre annaffiati, curati.. ho paura della noia e del fatto che si possano dar per scontate alcune piccole cose così importanti da essere necessarie. perchè è l'assenza di tutto questo a rendere aridi, sterili e a creare distanza incolmabili come vortici di veleno.
Temo che tu non capisca la forza che il mio cuore può sprigionare. Non senta realmente ciò che dico e voglio dire. Non percepisca come me gli odori e i suoni. E i colori dei giorni. Non voglio spaventarti ... Urliamo ancora al mare e alle stelle come quella notte. Urliamolo insieme affinché quella mia stella lassù possa stringerci di notte ancora.
Non credevo che il mio cuore potesse tornare a pulsare con questa intensità e che potessi tornare a perdere il respiro. Mi manca l’aria ora. Un pensiero spinge, trafigge, immagina e dilania. Una lama sottile si posa sulle guance e le toglie il colore. Versando lacrime per un timore al momento inutile. Mi spaventa questo.. perché dentro ho un’emozione così pulita, così innocente. Così carica di sogni.
Sognerai anche tu di arredare una stanza? Ti chiedi mai cosa starai facendo tra un paio d’anni? O cosa vuoi fare?
Hai calcolato il valore del tempo?
Vite diverse finora, abituate a gestirsi il proprio tempo in modo differente.. troviamo un punto di incontro perché questa tristezza d’autunno si presenti solo nella distanza ..
Gli alberi amanti allungano i rami per toccarsi, corolle nutrono gli insetti e madri coprono di notte i loro figli. Un marinaio riporta la barca nel porto per correr dalla sua amata, e le auto amano le loro autostrade che le riportano a casa.
Oggi è un giorno d’amore.
Voglio che lo sia tutta la mia vita.
Ma oggi mi sento così.. così fragile e sensibile.. così, dai colori autunnali.. oggi amo al punto che potrei scappar via per sempre, per non perderti in futuro.. e vederti smettere di amarmi.. amo al punto di delirare. è solo un attimo, devo tornare razionale ed equilibrata... ma chiedo un abbraccio che mi scaldi il cuore e mi renda un attimo eterno di felicità da non dimenticare, mai più.

Oggi è un giorno così..
una goccia di sangue improvvisa
la rugiada oggi
come foglia le mie mani
l'accolgono.
è risveglio violento
nell'odore di ferro
leggero.
sono viva.
buongiorno.

domenica, ottobre 08, 2006

fuckin' dictatorship

La libertà di stampa non è mai esistita.
La libertà di stampa non esiste ancora oggi nel 2006. Testate delle grandi potenze mondiali o piccoli giornali di provincia sono costretti, a volte pena la vita, a rispettare un minimo, se non a rispecchiare in pieno ciò che sono le volontà “decise dall’alto”.
Altri giornalisti uccisi. Cito notizie di qualche mese fa tratte da un sito ufficiale “nel 2006 sono 25 gli operatori dei media uccisi e centinaia restano incarcerati; 200 nel solo Nepal, dove più di 117 sono rimasti feriti nelle manifestazioni dei giorni scorsi. In Irak si trema per la sorte di Salah Jali al Gharraoui, corrispondente dell'agenzia France Presse rapito nel centro di Bagdad il 4 aprile scorso. E' il quarantaduesimo giornalista rapito dall'inizio della guerra: cinque sono stati uccisi, fra loro Enzo Baldoni.
Ma oggi non parlo solo dei coraggiosi inviati speciali in guerra come Ilaria Alpi o come tutti quei giornalisti sequestrati, liberati o uccisi in Iraq o in Afghanistan.. Erano reporter di guerra. Il rischio, per quanto ingiusto e malato, era già messo in conto sulla busta paga.
Oggi parlo della giornalista russa Anna Politkovskaya, uccisa a colpi di pistola nell’ascensore di casa sua. Sempre critica sul governo Putin e contraria alla guerra in Cecenia. E proprio su quello stava lavorando per un articolo da consegnare..domani.. con rivelazioni e foto importanti. Il governo russo tace e intanto il pc e il materiale di lavoro della donna vengono sequestrati.
Non siamo in un film di James Bond. Né in un libro di Grisham. Siam purtroppo e sempre seduti davanti a uno schermo dove trasmettono la vita vera, quella che non conosce il significato della libertà e dei diritti umani. Siamo in una continua dittatura mondiale, quella peggiore, perché si ammanta di paroloni quali democrazia e convenzioni internazionali.

Illusioni... Articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo:
"Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere."

No comment.

Per saperne di più... di qualunque credo politico siate... http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/10_Ottobre/08/giornalista.shtml
http://www.repubblica.it/2006/10/sezioni/esteri/giornalista-russa-uccisa/silenzio-cremlino/silenzio-cremlino.html
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=124474

lucullo ci fa un baffo

cena con amici.
la spesa e poi il gusto di cucinare davanti ai fornelli. organizzazione perfetta in una piccola cucina e un solo coltello che taglia. tavola imbandita e doppio primo per 10. se ne presentano 7 ma vabbè, mangiamo anche per i mancanti. tutto è ottimo, il mio amico chef sarebbe fiero di me. gatti che giocano, lo stesso cd da due ore, vino, sigarette, la pancia piena e mille risate. una sera rilassante e simpatica. da quanto tempo.
che bello.
e stasera... cinema!

mercoledì, ottobre 04, 2006

il lato oscuro della nostra forza


Frammenti. Fragilissimi fili sottili dell’io.
Come giungere a conoscerne ogni singola parte se non con l’esperienza? Tempo padrone.
Si associa da anni ormai la mia persona alla luna. Sembrerebbe alquanto banale. Chi a lei non si è ispirato, chi su di lei non è voluto giungere, chi con lei non ha urlato come licantropo devastato da un qualcosa di ignoto? Chi non ne ha apprezzato la bellezza e la magia… eppure c’è una ragione per cui ho scelto lei. Ragione alquanto valida e intensa. Quel famoso “dark side of the moon”.
Anni fa, seduta su un gradino in una piazzetta di Bologna, discutevo una tesi con degli amici sul lato oscuro che è dentro di noi. Alcuni credevan di esser ancora e soltanto puri dentro di sé. Mi venne da ridere. Sono davvero pochi, forse inesistenti, gli esseri umani che possono definirsi tali o che possono affermare dichiarare e giurare con una mano sul cuore consapevolmente di non possedere un lato oscuro. Posso concedere solo il fatto che magari non si è avuto ancora modo di conoscerlo e riconoscerlo. Bisogna stare attenti e aver chiarezza.
Il proprio lato oscuro.
Ognuno di noi lo ha.
E consentitemi la presunzione della certezza. Ad alcuni è più evidente proprio in ragion di fisiognomica, ad altri appare a sprazzi in reazioni momentanee e istintive quando la ragione riposa un po’ quasi fosse anestetizzata. Per altre persone è invece un qualcosa di nascosto e inapparente. Qualcosa che trascende il suo quotidiano essere sociale e si risveglia nei meandri della sua testa, magari quando si è rinchiusi in una stanza al buio. E magari all’improvviso può anche divenire chiaro agli occhi degli altri, o restare nascosto per sempre. Non è necessario pensare a Mr Hide, ma forse può essere un’idea esplicativa della questione.
Fatto è che c’è un qualcosa che si discosta dal nostro solito percepire le cose. È come se fosse una conoscenza parallela, una via di apprendimento del reale e dell’irreale, la visione distorta di alcune cose che ci apre nuove porte di percezione. È il nostro contrapporci a noi stessi.
Tutto è come minimo dualismo, la vita e la morte, il bene e il male, il più e il meno infinito, paradiso e inferno, uomo e donna, io e .. io. (Attenzione a non confonder la definizione di ego e alterego di cui parlavo nell’altro post. Qua parliamo di qualcosa di intangibile e generale.) Tu e io. Io e io. Perché se non cos’altro potrebbe esser contrapposto a noi! Ecco allora che si deve esser pienamente consapevoli dell’esistenza di questo punto nascosto che a volte come flash di un autovelox appare e ci acceca. Attenzione, non sostengo che in ognuno di noi ci sia un serial killer! Dico solo purtroppo senza potermi dilungare che c’è quel qualcosa che si contrappone alle cose comunemente accettate, un aspetto derisorio, a volte cattivo, a volte perverso, a volte depresso, a volte egoista, a volte violento, a volte lussurioso, a volte altre e più cose insieme. Insomma quell’essere animale che ci riaccomuna alla creazione, quell’oltre-ragione che fa compiere atti strani, quell’istinto di libertà che ti farebbe spingere oltre la vita, la morale, lo status quo, l’accettazione sociale. Non è detto che sia pericoloso, è solo incredibilmente “nostro”. È quello spazio dell’anima dove tutto ci è concesso e che non deve spaventarci, non sempre almeno. Ci fa compiere cose sbagliate a volte. Troppi errori. Io li ho visti, li ho compiuti, li ho riconosciuti, li ho pagati. Ho conosciuto, ho appreso, ho rielaborato, ho scelto, son cambiata. Il nostro dark side è importante per la nostra realtà ed è fondamentale riconoscerlo, accettarlo, conoscerlo in profondo e capirlo, e magari rendere qualcuno partecipe della sua esistenza. A volte anche a nostro rischio e pericolo.
Quando si decide che quella persona in quel momento merita tutto di te.

domenica, ottobre 01, 2006

egoalteregoalteregoalterego


bentornata alla realtà mia cara ego. dopo anni in cui ti sei sentita dire che eri tu quella strana, che eri tu che dovevi uniformarti, che eri tu a vedere il mondo a colori diversi, beh ora ti dico bentornata. perchè hai voluto per un po' ascoltare e tacere, vedere se potevi essere normale a modo loro. e finalmente ti sei riconosciuta. bentornata. perchè sei tornata a vedere il mondo a modo tuo, e quello del resto è anche l'unico modo che conosci. che c'è di male ad allontanare il buio costante? che c'è di male nel non sentirsi mediocri e spenti? a me piace sentirmi così super partes a volte, lontana dalle piccole cose nauseanti che irrigidiscono molti animi. ci son visi che si modificano in smorfie di rabbia perdendo luce. quanto tempo sprecato a sporcarsi le mani di mascara sciolto e in gastriti nervose per cose per cui non ne vale la pena. bentornata spirito libero e ribelle. anche se ora la tua libertà è un'altra. sei riuscita finalmente a sentirti di nuovo libera di amare. catene che non pesano. ma che si e mi librano. ribelle nel silenzio. del comune. tornar a fare le mille cose comuni di ogni giorno, senza sentire di dover per forza fuggire da qualcosa. se voglio ballare per la strada lo faccio. se voglio piangere di gioia lo faccio. se voglio trovare una conchiglia lo faccio. se voglio amare e sentire dentro di me alcune persone lo faccio. e quello che penso non devo più comunicarlo sempre e comunque. perchè tanto lo so che c'è gente che non capisce. e mi fa ridere. ed è proprio questa la mia forza. non sono e non sarò mai perfetta. ma sai che noia la perfezione? mi piaccio così con i miei errori i miei difetti e la voglia continua di migliorarmi. una sola vita ho a disposizione per ora e la voglio vivere a pieno e pensandola a modo mio. sempre nel rispetto degli altri d'accordo. egocentrica? e sia! credete quel che volete genti.. cosa credete me ne importi delle definizioni di chi si limita a conoscere solo a metà! bentornato mio alter. l'illogico irrazionale fuso al maturo pensiero. bentornato in questa stanza che oggi ride ritrovandoti allo specchio. ci saranno sempre alti e bassi ma la consapevolezza è che è sempre tutto un cerchio da percorrere dritto.
hai una ricchezza di ricordi e di immagini di cui far solo tesoro.
e per questo io mi sento ricca.
buona domenica

venerdì, settembre 29, 2006


Tu sei un dono.
ora lo so.

venerdì, settembre 22, 2006

sogni di ricordi


questa notte ti ho sognato. ancora una volta.
come tanti anni fa. quando temevo che qualcosa ti fosse capitato.
ora però non posso saperlo. ora non ho il diritto di sapere nulla di te.
era un sogno diverso, uno sguardo duro, distante. il tuo.
ma anche il mio.
ti sputavo addosso tutto quello che non ti ho mai potuto dire. ti facevo sentire il dolore la rabbia il vuoto provati di fronte alla tua assenza di spiegazioni non valide, al tuo incurante abbandono. ma sempre con la gioia negli occhi di averti di fronte a me. ripercorrevamo insieme quel treno, gli aerei, le rincorse pazze, le telefonate, le mail, i silenzi, i desideri, le paure, le telefonate con tua mamma per tranquillizzarla, le notti svegli alle 2 a fumare sigarette per farti sfogare, le giornate seduti per terra, le telefonate interminabili.. oxford berlino parigi.. un viaggio in macchina e Francis Cabrel.. quella cassetta ci unirà ancora..e ho trovato due video di quei pezzi.. un sorriso malinconico spunta.
e questa notte ti ho sognato. ancora una volta. come ieri. dopo 5 anni.
con la sensazione che qualcosa sia avvenuto. L'altro giorno è stato il tuo compleanno.. pensiero..
come quando a milano temevo di incontrarti per caso in una metro, in una piazza, per strada.. pur desiderandolo.
un giorno chissà se rincontrerò i tuoi occhi.
un giorno chissà se se mi avrai pensata.
un giorno chissà se davvero avrò la voglia di scriverti o di bussare alla tua porta.
gli angeli custodi non si abbandonano così.
un giorno chissà. ma di notte ancora ogni tanto ti rivedo. come quella foto in camera mia. e mi chiedo perchè le cose belle finiscano, ad un certo punto.

grazie di aver fatto parte della mia vita anche solo per sei anni amico mio.
ci rivedremo lo so, perchè ti sognerò, ancora una volta.

ho trovato quella song..ripensando a quell'ultimo saluto in aeroporto, l'ultimo abbraccio.. te la dedico ..

4dicembre1999.. http://www.youtube.com/watch?v=otqFvrGXP7g

Elle te fera changer la course des nuages,
Balayer tes projets, vieillir bien avant l'âge,
Tu la perdras cent fois dans les vapeurs des ports,
C'est écrit...
Elle rentrera blessée dans les parfums d'un autre,
Tu t'entendras hurler "que les diables l'emportent"
Elle voudra que tu pardonnes, et tu pardonneras,
C'est écrit...
Elle n'en sort plus de ta mémoire
Ni la nuit, ni le jour,
Elle danse derrière les brouillardsE
t toi, tu cherches et tu cours.
Tu prieras jusqu'aux heures ou personne n'écoute,
Tu videras tous les bars qu'elle mettra sur ta route,
T'en passeras des nuits à regarder dehors.
C'est écrit...
Elle n'en sort plus de ta mémoire
Ni la nuit, ni le jour,
Elle danse derrière les brouillards
Et toi, tu cherches et tu cours,
Mais y a pas d'amours sans histoires.
Et tu rêves, tu rêves...
Qu'est-ce qu'elle aime, qu'est-ce qu'elle veut ?
Et ses ombres qu'elle te dessine autour des yeux ?
Qu'est-ce qu'elle aime ?Qu'est-ce qu'elle rêve, qui elle voit ?
Et ces cordes qu'elle t'enroule autour des bras ?Qu'est-ce qu'elle aime ?
Je t'écouterai me dire ses soupirs, ses dentelles,
Qu'à bien y réfléchir, elle n'est plus vraiment belle,
Que t'es déjà passé par des moments plus forts,Depuis...
Elle n'en sort plus de ta mémoire
Ni la nuit, ni le jour,
Elle danse derrière les brouillards
Et toi, tu cherches et tu cours,
Mais y a pas d'amours sans histoires.
Oh tu rêves, tu rêves...Elle n'en sort plus de ta mémoire
Elle danse derrière les brouillards
Et moi j'ai vécu la même histoire
Depuis je compte les jours...

lunedì, settembre 18, 2006

dedicata


C'è Tempo

Dicono che c'è un tempo per seminare
e uno che hai voglia ad aspettare
un tempo sognato che viene di notte
e un altro di giorno teso
come un lino a sventolare.

C'è un tempo negato e uno segreto
un tempo distante che è roba degli altri
un momento che era meglio partire
e quella volta che noi due era meglio parlarci.

C'è un tempo perfetto per fare silenzio
guardare il passaggio del sole d'estate
e saper raccontare ai nostri bambini quando
è l'ora muta delle fate.

C'è un giorno che ci siamo perduti
come smarrire un anello in un prato
e c'era tutto un programma futuro
che non abbiamo avverato.

È tempo che sfugge, niente paura
che prima o poi ci riprende
perché c'è tempo, c'è tempo c'è tempo, c'è tempo
per questo mare infinito di gente.

Dio, è proprio tanto che piove
e da un anno non torno
da mezz'ora sono qui arruffato
dentro una sala d'aspetto
di un tram che non viene
non essere gelosa di me
della mia vita
non essere gelosa di me
non essere mai gelosa di me.

C'è un tempo d'aspetto come dicevo
qualcosa di buono che verrà
un attimo fotografato, dipinto, segnato
e quello dopo perduto via
senza nemmeno voler sapere come sarebbe stata
la sua fotografia.

C'è un tempo bellissimo tutto sudato
una stagione ribelle
l'istante in cui scocca l'unica freccia
che arriva alla volta celeste
e trafigge le stelle
è un giorno che tutta la gente
si tende la mano
è il medesimo istante per tutti
che sarà benedetto, io credo
da molto lontano
è il tempo che è finalmente
o quando ci si capisce
un tempo in cui mi vedrai
accanto a te nuovamente
mano alla mano
che buffi saremo
se non ci avranno nemmeno
avvisato.
Dicono che c'è un tempo per seminare
e uno più lungo per aspettare
io dico che c'era un tempo sognato
che bisognava sognare.


Ivano Fossati

dedicata a più di un amico che in questi giorni è un po' giù.. e lascia che il tempo si trascini e lo trascini, e non crede di poter reagire alle cose.. questa canzone è per voi. dedicata in silenzio. a chi saprà e a chi non saprà.

sabato, settembre 16, 2006

ci son persone .. assenze..


Ci son persone che ci entrano nel sangue e non vanno più via. Ci son persone che ti scorrono dentro e non si possono cancellare. La loro presenza è viva. Come se avessero scavato una caverna, una stanza dove riposare in silenzio e suonare qualche triste melodia ogni tanto quando la porta della memoria si apre. Ci son persone che vanno via perché decidono che sia più giusto così. Ma anche a distanza di anni sai che se tornassero per chiederti un abbraccio tu saresti lì per loro. Ci sono assenze incolmabili. Persone la cui assenza brucia come fuoco vivo. Altre persone sono invece assenze presenti, perché non ci mancano neanche più, tanto si son radicate dentro. Ci sono e basta. Io non lo so realmente spiegare quello che sento a volte.
A. Ci son persone che mi mancano anche se son sedute accanto a me, perché ci si colma di silenzi, perché la comunicazione è interrotta e neanche una carezza riesce a dire quanto ormai si nasconde, quello che passa come flusso di pensieri silenti. Sei lì e vorresti dire solo “mi manchi” .. e far qualcosa per non perdersi.. ma vedi i muri e i silenzi davanti e capisci che forse non è il caso.. anche se per me è sempre il caso..
M.M. Ci son persone che invece ci mancano non per quello che erano, ma per come noi eravamo allora. Tanti ricordi comuni che vorresti rincorrere, sorrisi che immaginiamo su quelle labbra, sulle nostre labbra. Per sentirsi più leggeri. E per tornare forse un po’ al tempo in cui credevamo nelle cose, in cui la fiducia e i sogni erano come tappeti volanti..e le delusioni non si conoscevano ancora.
R. Ci son persone che non ci sono fuori ma son stampate nel nostro dna, ormai. Chissà come sarebbe se ritornassero, la magia interrotta bruscamente, i fili spezzati. Il tempo cura, e il bruciore di una assenza si stempera nelle nuove cose eppure quella presenza è lì, in quell’angolino e un pensiero arriva improvviso, e una spina punge come allora. E sai che quello non andrà mai via. Cosa ci lega a qualcosa che è stato al punto da portarlo come eredità sotto pelle? se tutti vedessimo le cose così, forse non ci sarebbero persone che vanno via.
Mi chiedo come si sente dentro chi lo fa. E non parlo di amori che finiscono. Per quello lo so come ci si sente, purtroppo. Parlo di amicizie spezzate. Di addii improvvisi e definitivi. Quanta gente vedo litigare, andar via, partire e sparire. Quanta mancata sensibilità o quante cose non dette. Quanta mancanza di rispetto e di tatto. Quante cattiverie sputate in faccia e alle spalle. Quanta ipocrisia. Al punto da metter in discussione mille e mille cose. E quante cose perse solo per il tempo.. mia madre diceva sempre quando ero piccola “vedrai, gli amici vengono e vanno.. ad ogni ciclo di vita, ad ogni cambio di scuola, università, lavoro..” in fondo non aveva tutti i torti.. solo che a trent’anni siamo ancora pronti a crederci ancora davvero?
Per me è sempre stato il vero amore con la A maiuscola..
... non fatemi smettere di crederci.

venerdì, settembre 15, 2006

un pensiero

Simmetrie chilometri nella tua scia
che muove morbida
guidandomi verso di te
simmetrie aiutami
proteggimi nell’impalpabile
guidandomi verso di te
perché non mi manchi
la tua verità
simmetrie nel vento
baciami sfiorandomi
e quest’istante esplode nell’altissimo
stagliandosi sopra di noi
perché non mi manchi
la tua verità
simmetrie nel vento.

agli amici che invece sono andati anni fa nel vento insieme alla loro verità. le simmetrie son divenute ricordi sfumati.

perchè tanta gente riesce a chiudere le porte così all'improvviso?

giovedì, settembre 14, 2006

stress


Sono stancaaaaaaaa!!! mi sto rendendo conto che lavoro ininterrottamente da 35 ore (con pausa pranzo e cena).. non ho ancora sonno.. sarà per i mille caffè che ho bevuto?? ma le gambe e la schiena tra un po' mi abbandonano.. e la colpa non è solo mia che sono pazza, ma è della microsoft.. e dell'Office che funziona peggio della testa mia.. stanotte il word mi ha fatto impazzire, si bloccava, segnalava errori, non mi apriva file.. reboot reboot reboot.. ma devo buttare tutto e darmi all'ippica! farei meglio a cambiare lavoro..
nonènormalelavorarecomeicanieguadagnaremenodiunoperaiosemplice.
nonènormaleaverstudiatoperunavitaefareunlavorocosìdifficileecosìmalpagato.
nonènormaleaffattovedereiclientichenonrispettanociòchefaiequantovalie.
nonènormalechenessunotuteliilmazzochecifacciamoognivolta.
nonènormalecheiostiaquiadincazzarmiquandodevoancoraterminareunlavoro.
senonmimuovorischiodirestarenuovamentetuttalanotteinpiedi.
nonènormale!!

liberatemiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

lunedì, settembre 11, 2006

11/9

"Un grande re del terrore arriverà dal cielo e seminerà distruzione e morte. Il fuoco brucerà nella città più nuova. Le torri più alte cadranno"( Nostradamus )



il ricordo è sempre tremendo..

ancora epifanie..


"...Che meraviglia stare sotto il sole
sentirsi come un bimbo ad una gita
hai voglia di giocare,
che belli i tuoi complimenti
è strano non ho più voglia di pescare.
Amore mio che fame spaventosa
dev'essere quest'aria innaturale
è bello parlare d'amore
tra un fritto e un'insalata
e dirti che fortuna averti incontrata.
Che domenica bestiale
la domenica con te
ogni tanto mangio un fiore
lo confondo col tuo amore
com'è bella la natura e com'è bello il tuo cuore."

finalmente un weekend magnifico. finalmente mille risate, tante cose da fare, tanta dolcezza, emozioni belle e vere. veli di tristezza per un po' strappati via, aria fresca nel cuore, scintille negli occhi.
tu tra le mie mani.
condivisione. punti d'incontro.
ho visto la luna mai così da vicino mentre senza paura si toccava un po' di più il cielo...
30 metri da terra a testa in giù, amarti anche col mondo all'incontrario.. affidarmi a te fidarmi di te, saltare nei vuoti d'aria e ridere ridere ridere. su una giostra senza età.
un palloncino che significa mille cose. inutile spiegarle a chi sa già.
e poi il silenzio di una messa. l'emozione che sgorga pura dagli occhi all'improvviso, come un dono. per te, per la gioia di averti con me. io in una chiesa. io e te in una chiesa. che ci facevamo? speranza. e promesse. ed è stato bello. bellissimo direi. ancora tenerti par mano. étonnante.. ancora epifanie. o sto invecchiando o sto iniziando ad assaporare la vita ancora in modo diverso. ancora qualche scoperta in più, ancora qualche sorpresa. sentir la presenza, vicino, nelle mani, negli occhi. i tuoi occhi felici. miliardi di parole non dette come fiumi in piena senza suono. che sgorgano in battiti di ciglia. e si fanno melodia. quella dei sospiri trattenuti, dei capelli tra le carezze, dell'aria che trasuda miracoli. dei sogni non detti. ma fortemente voluti.
ci sono dei giorni che ti regalano momenti che restano impressi per sempre. giorni che ti svelano verità improvvise.
non smetterò di meravigliarmi. non smetterò mai di volerlo.
c'è che ormai ho imparato a sognare e non smetterò.

grazie di far parte di questo sogno.

giovedì, settembre 07, 2006

Dialogo della Terra e della Luna..


Terra. Cara Luna, io so che tu puoi parlare e rispondere; per essere una persona; secondo che ho inteso molte volte da' poeti: oltre che i nostri fanciulli dicono che tu veramente hai bocca, naso e occhi, come ognuno di loro; e che lo veggono essi cogli occhi propri; che in quell'età ragionevolmente debbono essere acutissimi. Quanto a me, non dubito che tu non sappi che io sono né più né meno una persona; tanto che, quando era più giovane, feci molti figliuoli: sicché non ti maraviglierai di sentirmi parlare. Dunque, Luna mia bella, con tutto che io ti sono stata vicina per tanti secoli, che non mi ricordo il numero, io non ti ho fatto mai parola insino adesso, perché le faccende mi hanno tenuta occupata in modo, che non mi avanzava tempo da chiacchierare. Ma oggi che i miei negozi sono ridotti a poca cosa, anzi posso dire che vanno co' loro piedi; io non so che mi fare, e scoppio di noia: però fo conto, in avvenire, di favellarti spesso, e darmi molto pensiero dei fatti tuoi; quando non abbia a essere con tua molestia.
Luna. Non dubitare di cotesto. Così la fortuna mi salvi da ogni altro incomodo, come io sono sicura che tu non me ne darai. Se ti pare di favellarmi, favellami a tuo piacere; che quantunque amica del silenzio, come credo che tu sappi, io t'ascolterò e ti risponderò volentieri, per farti servigio.
Terra. Senti tu questo suono piacevolissimo che fanno i corpi celesti coi loro moti?
Luna. A dirti il vero, io non sento nulla.
Terra. Né pur io sento nulla, fuorché lo strepito del vento che va da' miei poli all'equatore, e dall'equatore ai poli, e non mostra saper niente di musica. Ma Pitagora dice che le sfere celesti fanno un certo suono così dolce ch'è una maraviglia; e che anche tu vi hai la tua parte, e sei l'ottava corda di questa lira universale: ma che io sono assordata dal suono stesso, e però non l'odo.
Luna. Anch'io senza fallo sono assordata; e, come ho detto, non l'odo: e non so di essere una corda.
Terra. Dunque mutiamo proposito. Dimmi: sei tu popolata veramente, come affermano e giurano mille filosofi antichi e moderni, da Orfeo sino al De la Lande? Ma io per quanto mi sforzi di allungare queste mie corna, che gli uomini chiamano monti e picchi; colla punta delle quali ti vengo mirando, a uso di lumacone; non arrivo a scoprire in te nessun abitante: se bene odo che un cotal Davide Fabricio, che vedeva meglio di Linceo, ne scoperse una volta certi, che spandevano un bucato al sole.
Luna. Delle tue corna io non so che dire. Fatto sta che io sono abitata.
Terra. Di che colore sono cotesti uomini?
Luna. Che uomini?
Terra. Quelli che tu contieni. Non dici tu d'essere abitata?
Luna. Sì, e per questo?
Terra. E per questo non saranno già tutte bestie gli abitatori tuoi.
Luna. Né bestie né uomini; che io non so che razze di creature si sieno né gli uni né l'altre. E già di parecchie cose che tu mi sei venuta accennando, in proposito, a quel che io stimo, degli uomini, io non ho compreso un'acca.
Terra. Ma che sorte di popoli sono coteste?
Luna. Moltissime e diversissime, che tu non conosci, come io non conosco le tue.
Terra. Cotesto mi riesce strano in modo, che se io non l'udissi da te medesima, io non lo crederei per nessuna cosa del mondo. Fosti tu mai conquistata da niuno de' tuoi?
Luna. No, che io sappia. E come? e perché?
Terra. Per ambizione, per cupidigia dell'altrui, colle arti politiche, colle armi.
Luna. Io non so che voglia dire armi, ambizione, arti politiche, in somma niente di quel che tu dici.
Terra. Ma certo, se tu non conosci le armi, conosci pure la guerra: perché, poco dianzi, un fisico di quaggiù, con certi cannocchiali, che sono instrumenti fatti per vedere molto lontano, ha scoperto costì una bella fortezza, co' suoi bastioni diritti; che è segno che le tue genti usano, se non altro, gli assedi e le battaglie murali.
Luna. Perdona, monna Terra, se io ti rispondo un poco più liberamente che forse non converrebbe a una tua suddita o fantesca, come io sono. Ma in vero che tu mi riesci peggio che vanerella a pensare che tutte le cose di qualunque parte del mondo sieno conformi alle tue; come se la natura non avesse avuto altra intenzione che di copiarti puntualmente da per tutto. Io dico di essere abitata, e tu da questo conchiudi che gli abitatori miei debbono essere uomini. Ti avverto che non sono; e tu consentendo che sieno altre creature, non dubiti che non abbiano le stesse qualità e gli stessi casi de' tuoi popoli; e mi alleghi i cannocchiali di non so che fisico. Ma se cotesti cannocchiali non veggono meglio in altre cose, io crederò che abbiano la buona vista de' tuoi fanciulli; che scuoprono in me gli occhi, la bocca, il naso, che io non so dove me gli abbia.
Terra. Dunque non sarà né anche vero che le tue province sono fornite di strade larghe e nette; e che tu sei coltivata; cose che dalla parte della Germania, pigliando un cannocchiale, si veggono chiaramente.
Luna. Se io sono coltivata, io non me ne accorgo, e le mie strade io non le veggo
Terra. Cara Luna, tu hai a sapere che io sono di grossa pasta e di cervello tondo; e non è maraviglia che gli uomini m'ingannino facilmente. Ma io ti so dire che se i tuoi non si curano di conquistarti, tu non fosti però sempre senza pericolo: perché in diversi tempi, molte persone di quaggiù si posero in animo di conquistarti esse; e a quest'effetto fecero molte preparazioni. Se non che, salite in luoghi altissimi, e levandosi sulle punte de' piedi, e stendendo le braccia, non ti poterono arrivare. Oltre a questo, già da non pochi anni, io veggo spiare minutamente ogni tuo sito, ricavare le carte de' tuoi paesi, misurare le altezze di cotesti monti, de' quali sappiamo anche i nomi. Queste cose, per la buona volontà ch'io ti porto, mi è paruto bene di avvisartele, acciò che tu non manchi di provvederti per ogni caso. Ora, venendo ad altro, come sei molestata da' cani che ti abbaiano contro? Che pensi di quelli che ti mostrano altrui nel pozzo? Sei tu femmina o maschio? perché anticamente ne fu varia opinione. È vero o no che gli Arcadi vennero al mondo prima di te? che le tue donne, o altrimenti che io le debba chiamare, sono ovipare; e che uno delle loro uova cadde quaggiù non so quando? che tu sei traforata a guisa dei paternostri, come crede un fisico moderno?che sei fatta, come affermano alcuni Inglesi, di cacio fresco? che Maometto un giorno, o una notte che fosse, ti spartì per mezzo, come un cocomero; e che un buon tocco del tuo corpo gli sdrucciolò dentro alla manica? Come stai volentieri in cima dei minareti? Che ti pare della festa del bairam?
Luna. Va pure avanti; che mentre seguiti così, non ho cagione di risponderti, e di mancare al silenzio mio solito. Se hai caro d'intrattenerti in ciance, e non trovi altre materie che queste; in cambio di voltarti a me, che non ti posso intendere, sarà meglio che ti facci fabbricare dagli uomini un altro pianeta da girartisi intorno, che sia composto e abitato alla tua maniera. Tu non sai parlare altro che d'uomini e di cani e di cose simili, delle quali ho tanta notizia, quanta di quel sole grande grande, intorno al quale odo che giri il nostro sole.
Terra. Veramente, più che io propongo, nel favellarti, di astenermi da toccare le cose proprie, meno mi vien fatto. Ma da ora innanzi ci avrò più cura. Dimmi: sei tu che ti pigli spasso a tirarmi l'acqua del mare in alto, e poi lasciarla cadere?
Luna. Può essere. Ma posto che io ti faccia cotesto o qualunque altro effetto, io non mi avveggo di fartelo: come tu similmente, per quello che io penso, non ti accorgi di molti effetti che fai qui; che debbono essere tanto maggiori de' miei, quanto tu mi vinci di grandezza e di forza.
Terra. Di cotesti effetti veramente io non so altro se non che di tanto in tanto io levo a te la luce del sole, e a me la tua; come ancora, che io ti fo gran lume nelle tue notti, che in parte lo veggo alcune volte. Ma io mi dimenticava una cosa che importa più d'ogni altra. Io vorrei sapere se veramente, secondo che scrive l'Ariosto, tutto quello che ciascun uomo va perdendo; come a dire la gioventù, la bellezza, la sanità, le fatiche e spese che si mettono nei buoni studi per essere onorati dagli altri, nell'indirizzare i fanciulli ai buoni costumi, nel fare o promuovere le instituzioni utili; tutto sale e si raguna costà: di modo che vi si trovano tutte le cose umane; fuori della pazzia, che non si parte dagli uomini. In caso che questo sia vero, io fo conto che tu debba essere così piena, che non ti avanzi più luogo; specialmente che, negli ultimi tempi, gli uomini hanno perduto moltissime cose (verbigrazia l'amor patrio, la virtù, la magnanimità, la rettitudine), non già solo in parte, e l'uno o l'altro di loro, come per l'addietro, ma tutti e interamente. E certo che se elle non sono costì, non credo si possano trovare in altro luogo. Però vorrei che noi facessimo insieme una convenzione, per la quale tu mi rendessi di presente, e poi di mano in mano, tutte queste cose; donde io penso che tu medesima abbi caro di essere sgomberata, massime del senno, il quale intendo che occupa costì un grandissimo spazio; ed io ti farei pagare dagli uomini tutti gli anni una buona somma di danari.
Luna. Tu ritorni agli uomini; e, con tutto che la pazzia, come affermi, non si parta da' tuoi confini, vuoi farmi impazzire a ogni modo, e levare il giudizio a me, cercando quello di coloro; il quale io non so dove si sia, né se vada o resti in nessuna parte del mondo; so bene che qui non si trova; come non ci si trovano le altre cose che tu chiedi.
Terra. Almeno mi saprai tu dire se costì sono in uso i vizi, i misfatti, gl'infortuni, i dolori, la vecchiezza, in conclusione i mali? intendi tu questi nomi?
Luna. Oh cotesti sì che gl'intendo; e non solo i nomi, ma le cose significate, le conosco a maraviglia: perché ne sono tutta piena, in vece di quelle altre che tu credevi.
Terra. Quali prevalgono ne' tuoi popoli, i pregi o i difetti?
Luna. I difetti di gran lunga.
Terra. Di quali hai maggior copia, di beni o di mali?
Luna. Di mali senza comparazione.
Terra. E generalmente gli abitatori tuoi sono felici o infelici?
Luna. Tanto infelici, che io non mi scambierei col più fortunato di loro.
Terra. Il medesimo è qui. Di modo che io mi maraviglio come essendomi sì diversa nelle altre cose, in questa mi sei conforme.
Luna. Anche nella figura, e nell'aggirarmi, e nell'essere illustrata dal sole io ti sono conforme; e non è maggior maraviglia quella che questa: perché il male è cosa comune a tutti i pianeti dell'universo, o almeno di questo mondo solare, come la rotondità e le altre condizioni che ho detto, né più né meno. E se tu potessi levare tanto alto la voce, che fossi udita da Urano o da Saturno, o da qualunque altro pianeta del nostro mondo; e gl'interrogassi se in loro abbia luogo l'infelicità, e se i beni prevagliano o cedano ai mali; ciascuno ti risponderebbe come ho fatto io. Dico questo per aver dimandato delle medesime cose Venere e Mercurio, ai quali pianeti di quando in quando io mi trovo più vicina di te; come anche ne ho chiesto ad alcune comete che mi sono passate dappresso: e tutti mi hanno risposto come ho detto. E penso che il sole medesimo, e ciascuna stella risponderebbero altrettanto.
Terra. Con tutto cotesto io spero bene: e oggi massimamente, gli uomini mi promettono per l'avvenire molte felicità.
Luna. Spera a tuo senno: e io ti prometto che potrai sperare in eterno.
Terra. Sai che è? questi uomini e queste bestie si mettono a romore: perché dalla parte della quale io ti favello, è notte, come tu vedi, o piuttosto non vedi; sicché tutti dormivano; e allo strepito che noi facciamo parlando, si destano con gran paura.
Luna. Ma qui da questa parte, come tu vedi, è giorno.
Terra. Ora io non voglio essere causa di spaventare la mia gente, e di rompere loro il sonno, che è il maggior bene che abbiano. Però ci riparleremo in altro tempo. Addio dunque; buon giorno.
Luna. Addio; buona notte.


Giacomo Leopardi..
in onore della luna piena di stanotte..

martedì, settembre 05, 2006

lingue a sonagli


e in questo silenzio penso al losco
tiro muto riservato alle mie spalle
onoratissime
beh!
perchè non parli cosicchè potrò stanarti
lingua a sonagli sputa in bocca a tuoi fratelli


lingua a sonagli. Cantava carmen consoli.
In questi giorni si è verificato un evento poco carino che riguarda me e altri miei amici blogger.. c’è qualcuno che si diverte a commentare in modo non solo irriverente, ma alquanto stupido e irrispettoso. Si sa, si è abituati a chi non ha nulla da fare e stuzzica gli altri ridendo alle loro spalle. Bene, la stupidità è un flagello dell’umanità, soprattutto nelle ultime generazioni. Ad accettarlo si è quasi costretti. Vietato è condividerlo. Quasi necessario è cercarvi di porre rimedio. Son stata costretta ad eliminare dal mio precedente post dei commenti, offensivi soprattutto per la serietà del post e per il significato che aveva per me e per chi mi aveva lasciato un segno di condivisione.. mi dispiace dover ricordare sempre e comunque che la fantomatica libertà di ognuno (di espressione in questo caso) finisce dove inizia quella degli altri. E allora cari commentatori facenti parte dello stupid world of stupid people, se non sapete rispettare gli altri siete pregati di levare le tende e non rompere più le palle!

sabato, settembre 02, 2006

Giovinazzo-Bisceglie-Pescara

Ore 18. primo triangolare in memoria di…
Che effetto fa camminare spensierata per la strada del proprio paese e trovare all'improvviso un manifesto ben fatto che parla di un triangolare di calcetto e su scritto “in memoria di”… tuo padre.. ? Ti paralizza. Ti disorienta. Ti emoziona. Ti fa incazzare. Ti lascia l’amaro in bocca. Ti fa tornare in mente mille cose. Ti ricorda le partite di pallone. Le urla sul campo e in panchina. Le bestemmie contro gli arbitri. Le tante coppe che ci sono a casa. Le telefonate con “titti.. abbiamo vinto” oppure “titti.. ci hanno fregato..” .. Ti fa sentire un vuoto dentro immenso più del solito. Ti fa vivere un’assenza che si ricerca ogni giorno in immagini di un tempo che fu. Ti fa sentire che non hai più una voce, non riesci quasi a ricordarne il timbro. Cerchi vorace di richiamare ricordi per sentire nella memoria quel suono e non ci riesci bene. È confuso. Da un anno la sua voce si confonde, non è più chiara. E batti i pugni stretti. E abbassi la testa. E ti chiedi miliardi di cose che non hanno risposta.
Mancanza. Che non potrà mai esser colmata. Quando qualcuno è solo dentro di te, il vuoto di fuori fischia come il vento in un casolare abbandonato e diroccato.
Il fiume never lo sente.
Le libellule pure.

We're just two lost souls swimming in a fish bowl, year after year, running over the same old ground. What have we found? The same old fears, wish you were here...

Ps. Si ringrazia nonnecessariamente per il consenso all’utilizzo del fiume never.

venerdì, settembre 01, 2006

il sole sorge alle 6.37 e tramonta alle 19.46


Settembre
Estate finita.
Estate mai iniziata.
Maglioni di cotone la sera.
Vento freddo.
L’estate sta finendo e un anno se ne va son diventato grande lo sai che non mi va.
Vaff ai Righeira.
Noia inesplosa.
Voglia di staccare, prender la macchina e partire.
Voglia di nottate a piedi nudi.
Voglia di condivisione e di posti nuovi.
Aria pesante.
Mia madre tornata dalle vacanze.
Non più sola a casa. Si ritorna nel letto singolo.
Problemi all’ospedale. Ancora. Merda.
La Zambon mi manderà i biglietti di auguri a Natale se continua così. L’emicrania mi ha stremata.
Sul fiume Never ci sono ombre che camminano.
Le libellule ne sentono la presenza.
Le libellule mi girano intorno. E lo so che è un segno.
Voglio credere ai segni. Quanti soffioni a Reading.. sulle mie mani.
Un po’ di sana trascendenza non fa male.
Una serata inattesa ieri. Ritornata sul palco. Risate con chi non parlo da mesi. Che bello.
Due ore dopo tutto come prima.
Stanchezza. Di mille cose.
Non è la prima né l’ultima volta.
Resistenza. Da quando son nata.
L’importante è tener duro.
Non smetterò mai.
Di questa estate il ricordo dei fuochi d’artificio, dei suoi occhi stanchi ma dolci.
Della sua assenza. Ancora e per sempre.
Ricomincio da quattro.
Settembre
.

giovedì, agosto 31, 2006

momento di stizza volgare del giorno


mi stanno sul cazzo i saccenti. mi stanno sul cazzo le prosopopee inutili. mi sta sul cazzo chi si sciacqua la bocca sputando solo merda. mi sta sul cazzo la gente viscida e oltraggiosa. mi sta sul cazzo chi ha pronto solo cinismo da spararti in faccia come un proiettile di piombo arruginito. mi sta sul cazzo chi parla senza sapere e senza capire. mi sta sul cazzo chi si diverte a far lo stronzo perchè sa che è intelligente e può farlo, e mi sta sul cazzo perchè la sua intelligenza potrebbe usarla un po' meglio. mi sta sul cazzo chi offende senza motivo e chi ride delle disgrazie altrui. mi sta sul cazzo chiunque non sappia rilassarsi un attimo e chiunque veda il mondo sempre e solo in nero come macchia di inchiostro indelebile. Mi stanno sul cazzo l'indisponenza, la maleducazione e il sarcasmo gratuito. e mi sta sul cazzo la stupidità. Bisognerebbe far fuori gli stupidi. Su una cosa sola Hitler aveva ragione .. quando gli chiesero "mein Fuhrer perchè invece degli ebrei non sterminiamo gli stupidi?" lui rispose "è un programma troppo vasto".......

"Cuando un tipo está cayendo desde la azotea piensa -por ahora todo va bien, por ahora todo va bien- pero llegará el momento que llegue al suelo y eso es lo peor"