mercoledì, marzo 19, 2008

...è solo che mi piace...

Evaporato in una nuvola rossain una delle molte feritoie della notte
con un bisogno d'attenzione e d'amore
troppo, "Se mi vuoi bene piangi "per essere corrisposti,
valeva la pena divertirvi le serate estive
con un semplicissimo "Mi ricordo":
per osservarvi affittare un chilo d'era
ai contadini in pensione e alle loro donnee regalare a piene mani oceani
ed altre ed altre onde ai marinai in servizio,
fino a scoprire ad uno ad uno i vostri nascondigli
senza rimpiangere la mia credulità:perché già dalla prima trincea
ero più curioso di voi,ero molto più curioso di voi.
E poi sorpreso dai vostri "Come sta"meravigliato da luoghi meno comuni e più feroci,
tipo "Come ti senti amico, amico fragile,
se vuoi potrò occuparmi un'ora al mese di te"
"Lo sa che io ho perduto due figli""Signora lei è una donna piuttosto distratta."
E ancora ucciso dalla vostra cortesia
nell'ora in cui un mio sogno
ballerina di seconda fila,agitava per chissà quale avvenire
il suo presente di seni enormi e il suo cesareo fresco,
pensavo è bello che dove finiscono le mie dita
debba in qualche modo incominciare una chitarra.
E poi seduto in mezzo ai vostri arrivederci,
mi sentivo meno stanco di voiero molto meno stanco di voi.
Potevo stuzzicare i pantaloni della sconosciuta
fino a farle spalancarsi la bocca.
Potevo chiedere ad uno qualunque dei miei figli
di parlare ancora male e ad alta voce di me.
Potevo barattare la mia chitarra e il suo elmo
con una scatola di legno che dicesse perderemo.
Potevo chiedere come si chiama il vostro cane
Il mio è un po' di tempo che si chiama Libero.
Potevo assumere un cannibale al giorno
per farmi insegnare la mia distanza dalle stelle.
Potevo attraversare litri e litri di corallo
per raggiungere un posto che si chiamasse arrivederci.
E mai che mi sia venuto in mente,di essere più ubriaco di voi
F.d.A

martedì, marzo 11, 2008




Che cos'è… che io aspetto…

Io… voglio una vita tranquilla

Perché è da quando sono nato
Che sono spericolato
Io… voglio una vita serena
Perché è da quando sono nato…

che è Disperataspericolata

Però LIBERA

verd'è sconfinata

Io dovrei… non dovrei ...



solo oggi sentendola in radio ho sorriso .. e ho capito quanto significhi per me quel "libera" .. proprio ora che di quella libertà ho deciso di privarmi.. o ci voglio provare..


un saluto alle nuvole...

martedì, marzo 04, 2008

lo switch



è colpa dello switch.
sempre colpa dello switch.
premi pulsante. start. premi pulsante. stop.
ora devo lavorare. ora posso sentire. ora non riesco a lavorare. ora non riesco a sentire.
modalità docente. modalità attrice. modalità bambina. modalità donna. modalità femmina. modalità dipendente. modalità traduttrice. modalità sorriso. modalità io? switch.
on.
off.
batterie scariche. solo per spegnere l'ansia.
una nuova sensazione che non conoscevo. ansia continua. pensieri pensieri pensieri. Tutto si accavalla tutto si confonde tutto si mescola. almeno due settimane di continua ansia. quella che ti fa capire che c'è bisogno di cambiare qualcosa. il condominio in subbuglio. rivoluzione dei condomini nella testa. dov'è l'amministratore?
ho bisogno di ordine. e di calma. eppure ho sempre amato il mio disordine. ma anche il caos di questa stanza ora mi infastidisce. voglio il letto su cui sdraiarmi sola. e non dover nascondere qualsiasi emozione in un letto da condividere nell'altra stanza. con i paraocchi mi muovo. non vedendo il laterale. dritto sulle cose da fare. scadenze scadenze. ma il laterale esiste ma non so riconoscerlo. A volte mi lascio afferrare, altre volte richiudo la porta.
orari ad incastro.
mi sento Bianconiglio..
e il paese delle meraviglie dov'è? a tratti lo scorgo, piccoli momenti sospesi nel nulla.
facile sarebbe essere un'aquila. ma sono un albatross, e ho i piedi per terra. atterro. vacillo. come bambi.
non è consentito volare perchè non si può. piedi per terra, le cose da finire. switch. e se le mani sudano non importa, devi continuare a usare la tastiera bagnata. e se le mani sudano non importa, prendi una camomilla, versa acqua dagli occhi e go on. off.
non basta a volte premere il pulsante. ridere, sorridere, giocare. anche. ma sono tratti del tempo. la realtà in solitudine ha un altro switch.
complimenti a scuola, bell'articolo sul giornale, in teatro tra due giorni di nuovo. soddisfazioni. piccole e grandi. eppure sale il nodo in gola.
sono stanca. e non trovo direzione. o meglio troppe cose a cui pensare e nessun tempo per pensare davvero alle cose che vorrei. e quale direzione. mi son sempre piaciuti i viaggi senza meta.
sto cantando. e sto urlando. sto ridendo. e sto piangendo. sto vivendo. e sto sopravvivendo.
per gli altri tutto sotto controllo nonostante tutto. tutto, troppo. sempre ancora entusiasmo condito dall'ansia.

il giorno inizia. e finisce. on. off.

non voglio coinvolgere nessuno in questi miei altalenanti umori. non è giusto. per nessuno. non voglio dover spiegare perché non so cosa spiegare. vorrei solo poter vivere, a modo mio. lentamente. e controllare le singole emozioni. vorrei tornare ad esser un robot.
odio la mia dipendenza dal tempo.

tempo a disposizione off.

torno a lavorare. modalità traduttrice on. ma voglio trovare il pulsante per spegnere il cervello. e vivere un abbraccio infinito senza parole.









"come un rumore sospeso che non esplode".

f.