mercoledì, ottobre 03, 2007

cercasi antitarme.




dove cercarmi.
ecco.
sta capitando ancora.
il guscio si sta richiudendo e ciò che sembra apertura è solo un'ologramma di una visione apparente. un sorriso che ha accesso a pareti di plexiglass e luci a neon che lo fanno risplendere. (ir)reale. come contenersi da chiunque possa smuovere sensazioni. solo alle cose è concesso emozionarmi. l'inanimato e l'inesistente. per il resto c'è bisogno del pass.

ingresso consentito solo agli autorizzati..

mi chiedo se non sia venuta da un altro pianeta di robot: un meccanismo interno dentro di me è pronto ad innescare il pilota automatico appena avverte.... e prende la distanza questa testa che si tuffa nel lavoro e negli impegni. e prende a seppellirsi nel cioccolato amaro e fondente il cuore disilluso. e prende a ricoprirsi di strati di lana questo corpo graffiato da mani distanti.. esigente si diventa con l'età. e quanto è vero. ma l'amarezza è che forse in realtà io non ci credo più. il per sempre non esiste. non esiste nulla che duri di più di un sogno prima del risveglio. bisogna avere coraggio per prendere atto delle cose.. coraggio per reagire o per non reagire? certo che mi pesa questo stato di torpore che mi trascina giorno dopo giorno .. non voglio ritrovare annodato tra le mani quello strato di cellophan imbottito che avevo strappato con gioia. ma lo sento che mi annebbia i sensi.. e attutisce i colpi.

3 commenti:

Benjamin Brown ha detto...

Il cellophan è una difesa ambigua. Il guscio annebbia i tuoi sensi ma è comunque trasparente, lascia che gli altri vedano cosa il cellophan si illude di celare.

Il cellophan è una difesa ambigua. Perché non si sa mai bene se difende quel che contiene o quel che resta all'esterno.
E ho l'impressione che ciò che c'è dentro si stia difendendo da se stessa, da un'idea di disillusione che si fatica a mandar giù.

Bisognerebbe esser più cinici. Decidere di costruirsi una difesa solida, un guscio di cemento. Scomparire.
E invece no, non si può. Perché non si può decidere di sognare. Succede e basta. E al di là di tutta la disillusione che possiamo produrre, in fondo in fondo la speranza che il pass possa finire nelle giuste mani continua ad accoccolarsi nel nostro Io... senza che possiamo farci nulla... se non vestirci di cellophan...

Bucherellando il guscio, dispettoso,
Ben

Manuela ha detto...

Quando qualcuno che avremmo voluto dimenticare ritrova quel famoso "pass" io non credo che si possa fare molto... (perchè in fondo se l'ha trovato siamo stati noi che glielo abbiamo lasciato, forse in un angolo nascosto, sperando allo stesso tempo che non lo trovasse mai e che insieme lo trvasse..) come dice il tuo amico NON SI PUO' DECIDERE DI SOGNARE, SUCCEDE E BASTA. Sta succedendo anche a me in questi giorni e non sai quanto ti capisco.. quanta fatica stia facendo, con un mano a stendermi bene questo cellophan intorno al corpo e con l'altra a strapparlo...
Ditruggi quel muro tra i due giardini, il rancore non serve a nulla. E tanto poi non sappiamo mai come sarebbe potuto andare se non osiamo. Forse vale la pena, per se stessi. Anche solo per non avere rimpianti.

fabilunablu ha detto...

zero parole a disposizione oggi.
non posso ribattere alle vostre parole. se non con un timido .. grazie.
f.