martedì, novembre 21, 2006


pioggia sui vetri
come scandire del tempo
veloce e inarrestabile.
ma qui tutto sembra
immobile,
a tratti stantio.
è sera, rigidità del giorno
che già fu.
tremori integrati
al movimento degli arti,
impercettibile la distanza
tra il meccanico e lo psicotico.
null'altro intorno
se non il mio respiro.
uscire dal torpore
con slanci di affamato risveglio
desidero.
non v'è rete che tenga
alla caduta di un'idea.

f.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Fabiana grazie di aver commentato il mio blog.. Anche io con tuo padre condivido questa passione per il giovinazzo sono molto attaccato alla mia terra e al mio sport.. Spero di trovarti al + presto nei miei 2 blog Ciao

kanaapali ha detto...

stanotte
attraverso confusamente il giardino della memoria.
al buio frugo affannosamente
al suolo
tra rami secchi, rovi di spine,
sassi freddi e acuminati.
tra le dita segnate
dal sangue e dal fango,
passo come al setaccio
i ricordi del mio passato.
al bagliore di lampi
intravedo
come in istanti di allucinazione
frammenti di amori gettati, dispersi, mancati.
la schiena spezzata,
i fianchi dolenti,
continuo a scavare ancora.
solo errori ritrovo,
cocci di preziosa porcellana,
di preziosi oggetti,
meraviglie che non potrò mai più
ricostruire.

dedicato al mio scrigno.