mercoledì, marzo 17, 2010

lettera al mio giudice


Un uomo , una vita, uno sfogo.
Una lunga confessione, il bisogno di dire, di urlare la propria verità. Quella vissuta nel cuore e nella mente. Quella che supera le convenzioni e i pregiudizi e la legge e la morale comune. Quella che comprende l’amore. E la morte. Nell’indefinito spazio del battito improvviso.
Una lettera come voce del bisogno, un quadro di Munch lungo una vita, tratteggiato a tinte forti delineando volti, paesaggi, spazi, interni, silenzi. Abbozzando vite, approfondendone altre.
Una vita in una lettera espressa nel bisogno violento e disperato di esser compresi… senza giudizio. Solo come uomo. Solo uomo con uomo. Uomo solo uomo.
Un romanzo in cui il climax ascendente va di pari passo all’ansia della lettura, all’autoanalisi psicologica ..
Intenso, aspro. A tratti crudo. A tratti malinconico.

il suo giudice...
... a giudicare Alavoine, oltre la corte, oltre il lettore, nonostante tutto, sarà soltanto lui... la sua testa, la sua coscienza, le sue scuse.

E nell’immancabile dramma del tradimento, Simenon non tradisce mai..

1 commento:

Benjamin Brown ha detto...

Mi hai fatto venir voglia. L'Adelhpi ti dovrà un favore. :)

Au revoir,
Ben