La lama affonda, ti tocca il cuore e ride. Prenditi gioco di me ancora pensò la mano stanca e sanguinante. Prenditi gioco di me. Come se non bastasse la delusione. Troppo comodo scegliere la via più facile. Forse è quello che si vuole. Non è il mio stile per fortuna. Ma il tuo.
Creta e fango.
Impastami e ricreami un volto sereno che illumini i percorsi.
Travolgi la notte e fanne luce con stelle senza pioggia. Parlami parlami. Non tacere. Non lasciarmi intrappolata nei silenzi, nelle interpretazioni di donna. Crea un mondo non lasciarti solo travolgere, coinvolgere, conquistare e affondare. Nella mano il potere. E hai appoggiato la lama al nostro petto. Hai girato il polso. Primo scatto dentro, come un giro di chiavi che imprigionano, o liberano. E poi hai ritirato la mano. Vigliacco provocatore insicuro. Giochiamo ancora con le nostre consapevolezze, tanto il tempo che può fare ancora. Un’altra ruga sugli occhi, e manco mi strucco. Ha il suo fascino la matita nera sciolta che cola sulle gote.. rassegnazione. Shhh continua a tacere, tanto a che serve sapere cosa ne pensi di un tuffo dallo scoglio.
Lasciami andare via con le meduse, che la loro scossa addormenti i miei sensi e non mi lasci pensare.
Floating.. ?
Flowing …downwards.
7 commenti:
Il calore di un'immagine dura poco purtroppo...per togliere dal cuore il freddo dell'inverno ci vuole un sole nuovo...con tutte le sue tempeste e terribili esplosioni di vita...
A presto Fabi e tanti auguri in ritardo ^.^
Il primo istinto è stato quello di dipingere questo post. Le immagini si sono accavallate nella mia mente con tutta la loro rabbiosa rassegnazione...
Basterebbe poco. Basterebbe capovolgere il creato per trasformare il flowing downwards in un soar upwards...basterebbe poco per raccogliere la matita dalle tue guance ed utilizzarlo per colorare di nero la notte. Lanciare in aria le meduse per vedere dove si dirigono.
Basterebbe poco, basterebbe essere pittori. Basterebbe che la vita fosse un quadro.
Dal mio vascello, sempre attento al tuo comparire all'orizzonte, sollevo il berretto al vento...
Ben
ciao barbarella.. grazie degli auguri e grazie di essere passata.. tante immagini di calore possono davvero accendere un fuoco a volte..
a presto
Ben.. dipingilo.. dipingilo... così che tu non senta andar via quella voglia d'arte come scrivevi qualche giorno fa.. dipingilo per dar colore e luce a me.. dipingilo per farlo vedere altrove e dar voce alla rabbia..dipingilo davvero. anche se per me l'hai già dipinto con le parole di navigante sempre meravigliosamente presenti nel mio mondo in nuvole..
dall'orizzonte in arrivo..
f.
di ma che cazzo dite.
poi quella frase assurda sul cercare godot.
il senso di tutto il giuoco è che l'amico non arriverà mai.
cazzo benjamin diglielo tu, magari dipingendo fabilunacartadazucchero che cerca il vecchio godot con in testa un fazzoletto rosa a stelle e strisce. dai ben dipingici l'onore ché altri divorziano perchè non sanno farlo
In effetti Beckett non condividerebbe.
non solo l'amico non arriverà mai, ma non ha senso cercarlo.
niente ha senso.
"andiamo"
"sì, andiamo"
ed eccoli lì, immobili sulla scena.
anne già ti amavo, ora ti sposo.. parlare di beckett con me è come far conoscere il grande cocomero a charlie brown...come regalare lo zucchero filato a un bimbo goloso..
...potrebbe esser vero ciò che dici, ma a volte cerco solo di provare a combattere il disagio di cui è testimone..
fantastico.
Ma poi scusate: ho sempre letto che Godot è interpretabile in diversi modi... per molti rappresenta Dio, per altri il senso della vita.
Per me ad esempio Godot è mio zio. Che fa lo stagnaro (laggasi idraulico) e passa le sue giornate al bar tirandosela a non finire per svolgere qualsiasi lavoro. Roba che da tre mesi aspetto che finisca il bagno di casa mia. E quando i miei amici mi chiedono se ho finito di restaurare casa rispondo che sto “an attendant portabbeje” (leggasi “porta da bere”, soprannome di mio zio).
In questo senso acquista particolare valore la frase di Fabiluna: il modo migliore per far lavorare mio zio è quello di andare a cercarlo fisicamente presso il bar dove staziona.
Il bello del teatro dell'assurdo è l'interpretazione, no?
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